Travolti e uccisi da una valanga, ritrovati i corpi di 'Cala' Cimenti e Patrick Negro

Travolti e uccisi da una valanga, ritrovati i corpi di 'Cala' Cimenti e Patrick Negro
Travolti e uccisi da una valanga, ritrovati i corpi di 'Cala' Cimenti e Patrick Negro
3 Minuti di Lettura
Lunedì 8 Febbraio 2021, 20:56 - Ultimo aggiornamento: 9 Febbraio, 09:00

Il mondo dello scialpinismo è in lutto per la morte di una leggenda di caratura internazionale. Carlo Alberto Cimenti, per tutti 'Cala', è stato trovato morto questa sera insieme ad un amico, Patrick Negro: i due alpinisti erano stati travolti nel pomeriggio da una valanga, verificatasi al confine tra i comuni di Cesana e Sauze di Cesana (Torino).

Leggi anche > Masso si stacca da montagna e colpisce auto: un morto. La tragedia su una strada provinciale

'Cala' Cimenti e Patrick Negro travolti dalla valanga

Carlo Alberto 'Cala' Cimenti, 45 anni, e l'amico Patrick Negro, residenti a Pregelato, erano dispersi da oggi pomeriggio, quando una valanga li ha travolti sulle montagne del Sestriere. Sul posto erano arrivati i tecnici del Soccorso Alpino e Speleologico Piemontese, allertati dai carabinieri.

'Cala' Cimenti e Patrick Negro trovati morti

I corpi di Carlalberto Cimenti, che avrebbe compiuto 46 anni domenica, e del 49enne Patrick Negro, sono stati individuati e recuperati sotto due metri di neve dal Soccorso Alpino. Entrambi di Pragelato, si stavano dirigendo verso la Valle Argentera, al Sestriere, quando sono stati travolti tra Cima del Bosco e Col Chalvet. Ad allertare i soccorsi i familiari di 'Cala', preoccupati perché non era rientrato dalla gita con l'amico.

Scialpinismo in lutto per la leggenda 'Cala' Cimenti

Quarantacinque anni, torinese, 'Cala' Cimenti a 12 anni, grazie al padre, era già in cima al Monte Bianco e pochi anni dopo ha compiuto le sue prime esperienze di alta quota sull'Ojos del Salado, Kilimanjaro e alcune montagne sopra i 6000 metri in Nepal. Le sue spedizioni d'alta quota sono pensate per poter ridiscendere la montagna scalata con gli sci ai piedi, integralmente o almeno parzialmente. Tra le sue «imprese» la conquista della cima del Cho Oyu nel 2005, l'Ama Dablam nel 2010 (dal campo base alla cima e ritorno in 26 ore), la cima del Manaslu e la discesa con gli sci nel 2011 senza l'ausilio dell'ossigeno. Nel 2015 è il primo italiano della storia a ricevere l'onorificenza Snowleopard, riconoscimento che la Federazione alpinistica russa concede a chi scala tutte e cinque le cime oltre i 7.000 metri sul territorio dell'ex Unione Sovietica. Nell'ottobre del 2017 raggiunge gli oltre 8mila metri di quota del Dhaulagiri (e ancora una volta la discesa con gli sci ai piedi), la settima montagna più̀ alta del mondo con i suoi 8.167 metri di altezza. Nel 2018 la piramide perfetta del Laila Peack, 6.096 metri in Pakistan, e poi una montagna attigua al Laila, ancora inviolata, di 5900 mt, che battezza (Lailàs) Little Sister. Nel 2019 la sfida più ardita: la conquista del Nanga Parbat, nel Karakorum pakistano, che con i suoi 8.126 metri è una delle cime più pericolose del mondo, tanto che gli sherpa pakistani la chiamano la «montagna mangiauomini».

Una montagna che è recentemente costata la vita agli alpinisti Daniele Nardi e Tom Ballard e, nel giugno 1970, al fratello di Reinhold Messner, Günther.

'Cala' Cimenti, l'Uncem: «Perdiamo un amico»

«Una notizia tristissima. Cala Cimenti era un amico di tanti di noi. Aveva partecipato più di una volta al Cuneo Montagna Festival». Così in una nota Uncem commenta la scomparsa del noto scialpinista Carlo Cala Cimenti, una delle due vittime travolte nel pomeriggio da una valanga staccatasi sopra Sestriere, nel torinese. Cala Cimenti si trovava con un amico, anche lui travolto dal distacco. I corpi senza vita sono stati trovati dal soccorso alpino dopo che i carabinieri di Sestriere avevano dato l'allarme per il mancato rientro. «Due persone che avevano stima e affetto tra i colleghi, tra tutti noi. Ci mancheranno. Il loro esempio e il loro amore per le montagna non muoiono», conclude Uncem.

© RIPRODUZIONE RISERVATA