Tonnellate di cocaina dal Sud America: in manette 20 narcos e sequestri per 4 milioni di euro nell' operazione “Molo13”

L'operazione "Molo 13"
L'operazione "Molo 13"
di Emilio Orlando
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Giovedì 15 Aprile 2021, 21:08 - Ultimo aggiornamento: 17 Marzo, 17:13

Affari “stupefacenti” tra malviventi romani e malavitosi calabresi. Un’ associazione di stampo ‘ndranghetistico, capace di pianificare ed organizzare importazioni di tonnellate di cocaina dalla Colombia e dal Brasile e di rivenderla in Spagna, Olanda, Inghilterra e Slovenia, Nuova Zelanda e Australia è stata sgominata dalla direzione distrettuale antimafia della procura di Catanzaro.

Oggi 150 finanzieri del comando provinciale di Catanzaro e del servizio centrale investigazione criminalità organizzata di Roma hanno arrestato venti narcotrafficanti accusati di associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, con lo scopo di agevolare l’organizzazione di stampo mafioso a cui appartenevano. 

L'indagine, battezzata “Molo13” ha evidenziato un grave quadro indiziario a carico di esponenti di spicco della cosca di 'ndrangheta radicata sul territorio di Guardavalle riconducibile alla famiglia Gallace, che avevano messo in atto una ramificata organizzazione criminale transazionale. 

Nell'ambito dell'operazione odierna è emerso il ruolo verticistico assunto da uno degli esponenti di vertice del sodalizio di ‘ndrangheta, conosciuto come cosca Gallace che, nel corso degli ultimi decenni, si è trasformata in una vera e propria impresa criminale attraverso numerose attività illecite, che hanno consentito di accrescere la potenza militare ed economica e di acquisire un controllo sempre più penetrante del territorio della fascia ionica a cavallo delle province di Catanzaro e Reggio Calabria, con diramazioni nell'hinterland laziale, toscano e lombardo.

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In considerazione della forte penetrazione della cosca Gallace nel Lazio, la Calabria ed in particolare in Toscana, si è proceduto alla proficua attività di coordinamento tra le procure di Catanzaro e Firenze volta a intervenire simultaneamente nei confronti di tutti i componenti gravitanti nel contesto della cosca di Guardavalle, ramificata anche sul litorale romano nei comuni di Anzio e Nettuno. È emerso il sistematico utilizzo, per il traffico illecito, di metodi di comunicazione non convenzionali, con dispositivi elettronici, associati a sim straniere, che si avvalevano di tecniche di messaggistica criptata tra "account" e "domini" associati a un server sito in San José (Costarica). A tale proposito, a seguito del sequestro da parte delle Autorità olandesi di dati criptati con tecnologia non convenzionale, denominata PGP, estrapolati proprio da tale server, con la preziosa collaborazione del rappresentante Italiano presso Eurojust, è stato possibile utilizzare un numero formidabile di messaggi di posta elettronica, prevalentemente in lingua italiana, trasmessi da dispositivi BlackBerry, con la crittografia PGP. La droga complessivamente sequestrata, una volta lavorata ed immessa in commercio, avrebbe fruttato all’organizzazione oltre 3,5 milioni di euro sulle piazze di spaccio. 

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