Thyssenkrupp, semilibertà ai due manager condannati. I parenti delle vittime: «Ci incateneremo a Roma»

Thyssenkrupp, semilibertà ai due manager condannati. I parenti delle vittime: «Ci incateneremo a Roma»
Thyssenkrupp, semilibertà ai due manager condannati. I parenti delle vittime: «Ci incateneremo a Roma»
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Mercoledì 17 Giugno 2020, 20:22 - Ultimo aggiornamento: 18 Giugno, 13:11

A Harald Espenhahn e Gerald Priegnitz, i due manager tedeschi condannati per il rogo alla Thyssenkrupp di Torino, è stata concessa la semilibertà.

La comunicazione sulla concessione per i due manager, condannati per l'incendio che nel 2007 uccise sette operai, è arrivata oggi alla procura generale di Torino e ha provocato la rabbia delle famiglie delle vittime, che hanno già annunciato che daranno battaglia.

L'IRA DELLA FAMIGLIA «Ci incateneremo a Roma. Andremo a Essen. Qualcosa faremo. Devono dirci come è possibile questa cosa», il primo commento di Rosina Platì, mamma di una delle sette vittime del rogo. «Stasera - prosegue la donna - volevamo festeggiare, ma in qualche modo sentivamo che sarebbe arrivata una notizia di questo genere. Adesso basta: ci devono spiegare cosa è successo». «Hanno giocato troppo con noi - conclude - e non ci fidiamo più di nessuno».

BOCCUZZI: SONO BASITO «Sono basito. Devono ancora inventare un aggettivo per esprimere le sensazioni che sto provando ora. La notizia è inattesa quanto vergognosa», ha commentato invece Antonio Boccuzzi, l'operaio della Thyssen che sopravvisse a quell'incendio in cui morirono i suoi sette colleghi. I due manager erano stati condannati per omicidio colposo: la semilibertà, secondo quanto appreso a Torino, era già stata concessa a uno dei due manager.

Boccuzzi osserva che «cinque anni (il massimo della pena prevista in Germania per l'omicidio colposo - ndr) erano pochi, ma almeno erano qualcosa» mentre «questa concessione, invece, è pazzesca, incredibile, discutibile». «Mi hanno insegnato - aggiunge - che le sentenze e le decisioni del tribunale non si discutono. Credo però che sia arrivato il momento di iniziare a discuterle, altrimenti non vale più niente». «In questo processo - conclude - non c'è più nulla di normale». 

IN COSA CONSISTE SEMILIBERTA' Il provvedimento prevede che i condannati trascorrano in carcere la notte e che di giorno lavorino all'esterno. Sono contemplate anche agevolazioni in materia di socialità all'interno dell'istituto di pena. La semilibertà può essere concessa in presenza di tre requisiti: assenza del pericolo di commissione di reati della stessa indole (in questo caso si tratta di omicidio colposo), assenza del pericolo di fuga, assenza di recidiva. 

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