Test sierologico, indecisi 6 italiani su 10. Il fisico Parisi: fino a 5 milioni di casi. Ma il virologo Caruso: Covid-19 più debole

croce rossa_telefono_test sierologico
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di Mario Fabbroni
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Mercoledì 27 Maggio 2020, 08:00 - Ultimo aggiornamento: 08:10

Altro che 230 mila casi. Gli italiani colpiti dal coronavirus sono tantissimi, «tra il mezzo milione ed i 5 milioni». Dichiarazione choc quella del presidente dell’Accademia dei Lincei, il fisico Giorgio Parisi, nell’audizione davanti alla Commissione Igiene e Sanità del Senato: «Vediamo quindi la punta di un iceberg, ma non vediamo l’iceberg sommerso». E bisogna fare presto, molto presto se si vuole arrivare preparati ad un’eventuale seconda ondata del virus, che anche lo stesso ministro della Salute, Roberto Speranza, non esclude affatto: «I risultati dei 150.000 test sierologici dovranno essere presentati entro l’estate: se invece fossero noti solo dopo, sarebbe una grande occasione persa. Inoltre i test ematici non vanno eseguiti per persone ma per gruppi, suddivisi nelle varie province italiane», insiste Parisi, che critica anche le risorse messe in campo dalle Autorità per giungere ad uno screening di massa attendibile: «Dieci unità di personale per 6 mesi all’Istat, non sembrano a prima vista un grande investimento. E la Croce Rossa ce la farà a raccogliere tutti i dati in meno di un mese?».

NIENTE TRUFFE. L’interrogativo è più che legittimo, specie se si osserva l’approccio degli italiani alla partecipazione per il test sierologico. Oggi toccherà a Roma, ieri è stata la volta di Liguria, Abruzzo e Lazio. Ma preoccupano le risposte alle prime 7300 telefonate della Croce Rossa alle persone prescelte per sostenere il test: il 60% dei contattati, infatti, non ha aderito, mostrando molto scetticismo. Addirittura la Croce Rossa è stata costretta ad affermare: «Non siamo stalker, le chiamate dal numero 06.5510 sono vere e non una truffa, anzi è un servizio che potete rendere al vostro Paese attraverso un piccolo prelievo venoso». 



VIRUS SFIANCATO. Il coronavirus «sta perdendo forza», sfiancato dagli «effetti del lockdown», dal caldo - perché «la stagionalità è una caratteristica di tutti i virus respiratori» - e dalla nuova normalità che ha portato gli italiani ad adottare «la mascherina: un mezzo importante per contrastare la propagazione virale». Arnaldo Caruso, presidente della Società italiana di virologia, ha isolato una variante più buona, «estremamente meno potente», di Sars-CoV-2 con i colleghi del Laboratorio di Microbiologia dell’Asst Spedali Civili di Brescia del quale è direttore: «Il disastro invece l’ha fatto un ceppo molto simile al virus circolato a Wuhan».

CONTRARIO. «Le regole imposte dal Governo per la riapertura di esercizi commerciali, palestre e altri luoghi aperti al pubblico «sono tutte inutili, e in alcuni casi anche dannose per la salute. Le uniche misure efficaci anti-contagio sono, e restano, tre: il distanziamento sociale, l’uso delle mascherine e il lavaggio delle mani», afferma l’epidemiologo Donato Greco, per 30 anni a capo del Laboratorio di Epidemiologia dell’Istituto superiore di sanità, oggi consulente Oms, che boccia senza appello pure le «sanificazioni, con tanto di marziani in tuta bianca “armati di idro-fucili nebulizzatori”. Inutile pure la pratica di “imbustare” gli effetti personali dei clienti di parrucchieri e palestre».

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