Conte annuncia la terza ondata: «Servono altri sacrifici». Piano pandemico, cure prima a chi ha speranza di guarire

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di Alessandra Severini
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Martedì 12 Gennaio 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 08:52

«Sta arrivando un’impennata dei contagi. Dopo Gran Bretagna, Irlanda e Germania, arriva anche da noi l’ondata: non sarà facile, dobbiamo fare ancora sacrifici». 
Il premier Giuseppe Conte non usa giri di parole per fotografare il futuro prossimo e lascia presagire un’ulteriore stretta delle misure anti contagio. Con altri 12.532 contagi registrati ieri e un tasso di positività salito al 13,6%, la situazione non sembra dare segnali di miglioramento. Aumentano anche i pazienti in terapia intensiva e i ricoveri. Perciò nel provvedimento che detterà le nuove regole in vigore dal 16 gennaio non ci saranno molte concessioni.

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RISORSE E SCENARI.

 

Intanto l’Italia prova ad attrezzarsi per il futuro: dopo le polemiche legate al mancato rinnovo del piano pandemico dal 2006, si sta studiando un nuovo piano per il periodo 2021-2023.

La bozza, elaborata dal dipartimento Prevenzione del ministero della Salute, indica una serie di misure per fronteggiare future, possibili pandemie. Tra queste, c’è quella, rigorosa e terribile, che prevede, in caso di risorse insufficienti, di dover scegliere chi curare, privilegiando i pazienti che possono trarre maggiori benefici dalla terapie.


STATO EMERGENZA.

Sulle nuove misure anti contagio che entreranno in vigore dal 16 gennaio, il governo è intenzionato a confermare la linea del rigore. Verrà prorogato lo stato d’emergenza fino al 30 aprile, il coprifuoco dalle 22 alle 5 e confermato il sistema della divisione a colori dell’Italia. Una delle misure su cui si sta lavorando è l’intervento sugli indici di rischio per facilitare l’ingresso in zona arancione delle regioni a rischio alto. L’ipotesi è di abbassare la soglia critica del tasso di occupazione delle terapie intensive e dei posti letto in area medica, fissata ora al 30% e al 40%. Sotto quella soglia si entrerebbe in automatico in zona arancione o rossa.


BAR OUT.

Verrà introdotto il divieto di asporto per i bar dalle 18, con l’obiettivo di evitare assembramenti di giovani. I ristoranti potranno aprire fino alle 18 solo nelle zone gialle mentre la sera resteranno chiusi, così come cinema, teatri, palestre. Invece potrebbero riaprire i musei, ma solo nelle regioni gialle. 


ZONA BIANCA.

Verrà prevista anche una nuova “Zona bianca”, alla quale si accederebbe con un Rt sotto 0,50 o con un’incidenza di 50 casi ogni 100mila abitanti. Ipotesi remota, almeno per ora.


COMPUTER SPENTI.

E mentre si moltiplicano le proteste di ristoratori e operatori del turismo e del commercio (i ristori non bastano), il rebus sulla scuola si infittisce. Ieri gli studenti hanno scioperato chiedendo di tornare in aula, sostenuti dalla ministra Azzolina che insiste per riaprire.

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