Tentarono il suicidio insieme col metadone: lei morì, lui invoca il 'caso Dj Fabo'

Tentarono il suicidio insieme col metadone: lei morì, lui invoca il 'caso Dj Fabo'
Tentarono il suicidio insieme col metadone: lei morì, lui invoca il 'caso Dj Fabo'
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Martedì 12 Febbraio 2019, 17:07

Una tragica storia di depressione e dipendenza dalla droga: due persone, un uomo di 51 anni e una donna di 60 anni residenti in Basilicata nel potentino, cinque anni fa tentarono insieme il suicidio con il metadone. Lei morì, lui sopravvisse, ma finì a processo per istigazione al suicidio: ora gli abbocati chiedono la sospensione del processo o la rimessione alla Corte Costituzionale per la vicenda, risalente al 2014, basandosi sul caso di Dj Fabo e Marco Cappato.

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All'epoca lei perse il marito cadendo in depressione, mentre lui viveva un difficile percorso di droga e dipendenza. Si conobbero, andarono a vivere insieme, ma a un certo punto si accorsero di non riuscire più a sostenere il peso della loro vita: scelsero così di farla finita con una forte dose di metadone. Lei morì, lui invece riuscì a salvarsi, fu rinviato a giudizio e sta affrotnando il primo grado: nell'udienza di oggi, in Corte d'Assise, a Potenza, i suoi avvocati, Daniele De Angelis e Clemente Delli Colli, hanno presentato una memoria in cui chiedono la sospensione del processo o il giudizio della Corte Costituzionale.

Nella memoria gli avvocati hanno ricordato l'esistenza dello stesso trattamento sanzionatorio nell'articolo 580 del codice penale per istigazione al suicidio o aiuto nel gesto (circostanza, quest'ultima, collegata alla vicenda lucana), che però è stato «apertamente censurato» dalla Corte Costituzionale per la vicenda di dj Fabo: il codice penale, secondo gli avvocati, «lede il diritto di difesa dell'imputato, andando a vulnerare i principi cardine dell'ordinamento penale, quali la tipicità della condotta addebitata e la gradazione della pena, così rendendo più ardue e ai confini con l'impossibile scelte difensive consapevoli». La Corte Costituzionale, sulla vicenda Cappato, si pronuncerà a settembre, e per questo motivo i legali, in alternativa, hanno chiesto la sospensione del processo: la Corte d'Assise di Potenza dovrebbe pronunciarsi il prossimo 9 aprile. 

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