Napoli, supplente pestato a sangue per un rimprovero in classe: «In 5 sotto casa a volto coperto»

Aggressione choc a Casavatore (Napoli): vittima il docente Enrico Morabito

Supplente pestato a sangue per un rimprovero in classe: choc a Casavatore. «In 5 sotto casa a volto coperto»
Supplente pestato a sangue per un rimprovero in classe: choc a Casavatore. «In 5 sotto casa a volto coperto»
di Alessio Esposito
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Venerdì 18 Febbraio 2022, 15:12 - Ultimo aggiornamento: 15:33

Pestato a sangue dai familiari dei suoi alunni a causa di un rimprovero in classe. È successo ieri a Casavatore, in provincia di Napoli. Vittima dell'aggressione Enrico Morabito, supplente alla scuola media Antonio De Curtis. L'uomo ha raccontato l'accaduto con un post su Facebook, corredato da alcune fotografie che mostrano i segni delle violenze subite. 

Casavatore, supplente pestato a sangue per un rimprovero in classe

«Da anni ho cercato di lavorare nel settore spettacolo, ma visto il poco lavoro degli ultimi tempi ho deciso di sfruttare la mia laurea e fare qualche supplenza su Napoli e provincia», esordisce l'insegnante. «Ho insegnato in varie scuole per brevi supplenze - aggiunge - ricevendo elogi da docenti, presidi e alunni per il lavoro svolto.

Negli ultimi 4 giorni ho svolto una supplenza breve, con scadenza oggi, nella scuola media in zona mia. Pensavo di essere stato fortunato. Non è stato così».

«Aggredito sotto casa da cinque persone a volto coperto»

Morabito ripercorre i fatti che avrebbero causato l'aggressione: «Stamane ho richiamato un'intera classe, una prima media, all'ordine, dal momento che facevano chiasso disturbando di continuo la lezione». Un rimprovero come tanti, all'apparenza, che invece ha scatenato una violenta reazione: «Oggi pomeriggio, alle ore 16, mi hanno citofonato dei tizi dichiarandosi come miei amici. Conoscevano il codice del mio citofono e persino il mio nome. Scendo. Mi chiedono se io insegnassi alla De Curtis. Dico loro che ho svolto solo un breve supplenza, non sono docente di ruolo e ho chiesto loro chi fossero. Erano in 5. Età fra 40 e 50 anni. Pieno pomeriggio. Viso scoperto. Non mi hanno dato tempo di fare altre domande che subito mi hanno aggredito verbalmente e fisicamente. Sul portone del palazzo ancora si vedono macchie del mio sangue».

Il giovane docente è finito così al pronto soccorso: «Ho chiamato i carabinieri e fatto denuncia. Da loro è stata chiamata un'ambulanza che mi ha portato in ospedale. Per fortuna nulla di estremamente grave. Qualche cura da fare e 7 giorni di riposo. Tanta paura per me e soprattutto per mia mamma. E per fortuna che non erano armati: avrebbero potuto fare di peggio». Il post di Morabito si chiude con un'amara constatazione: «Ho sempre pensato che la rovina dei figli sono proprio i genitori... ed è così. Ne resto deluso e schifato. Tuttavia voglio addormentarmi con la speranza che domani sia un giorno migliore fatto sempre di legalità e che il marcio che si insidia anche nelle scuole possa svanire presto».

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