Stupro Viterbo, i video choc nelle chat: «Cancellate tutto». Tra i destinatari anche il papà di Licci

Stupro Viterbo, i video dello stupro nelle chat: «Cancellate tutto». Tra i destinatari anche il papà di Licci
Stupro Viterbo, i video dello stupro nelle chat: «Cancellate tutto». Tra i destinatari anche il papà di Licci
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Mercoledì 1 Maggio 2019, 18:53

Tra i destinatari dei video choc dello stupro c’era anche il papà di uno degli arrestati: emergono sempre più particolari sulla presunta violenza sessuale ai danni di una donna di 36 anni a Viterbo, per la quale sono stati arrestati due giovani militanti di Casapound, Francesco Chiricozzi e Riccardo Licci. I files ‘incriminati’ sono quattro video e quattro foto.

La vittima: «Io li odio. Sesso consenziente? Mi hanno massacrata»

In chat, nel gruppo Whatsapp di ‘Blocco studentesco’, scrive oggi il quotidiano Il Messaggero, i due arrestati avevano condiviso quelle immagini: ma qualcuno, poco dopo, aveva dato l’ordine di cancellare tutto. Quei video, così come quelli delle telecamere del pub Old Manners, circolo culturale di Casapound, dovevano sparire: e tra i destinatari c’era anche il papà di Licci, che al figlio consigliava di buttare via il suo cellulare. Un altro invece suggeriva: «Fai l’hard reset del telefono».

Il gip: «Video raccapriccianti». Ma per gli arrestati era sesso consenziente
 

 

IMMAGINI TERRIBILI Il gip nell’ordinanza aveva parlato di «immagini raccapriccianti», la vittima ha affermato di essere stata colpita con un pugno in faccia per aggirare la sua iniziale resistenza: nei video, scrive Il Messaggero, la donna è nuda, inerme, sdraiata sul pavimento in posizione fetale, e viene colpita, violentata dai due arrestati e stuprata anche con alcuni oggetti. Il tutto mentre i ‘protagonisti’ delle riprese bestemmiavano, ridevano e la minacciavano.

Tre lunghe ore di abusi, nel seminterrato del pub, con Licci e Chiricozzi preoccupati più della nitidezza delle immagini («Non si vede gnente», dice Licci a un certo punto) che a rendersi conto di ciò che stavano facendo. Poi la condivisione di quelle immagini, per schernire la vittima, in quel gruppo di Whatsapp: e l’indifferenza, che sfiora la complicità, degli altri membri della chat, che si sono preoccupati di cancellare quei video dai loro telefonini ma niente di più.

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