Strage di Altavilla, gli appunti in cella della "sacerdotessa del male": «La figlia sopravvissuta ha il demonio dentro, è in pericolo»

La 17enne si sarebbe salvata grazie a una bufera

Strage di Altavilla, gli appunti in cella della "sacerdotessa del male": «La figlia sopravvissuta ha dentro il demonio, è in pericolo»
Strage di Altavilla, gli appunti in cella della "sacerdotessa del male": «La figlia sopravvissuta ha dentro il demonio, è in pericolo»
di Mario Landi
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Martedì 23 Aprile 2024, 09:54 - Ultimo aggiornamento: 24 Aprile, 11:11

Anche la figlia maggiore della famiglia Barreca, che oggi ha 17 anni e che è in carcere minorile, avrebbe dovuto morire nella strage familiare di Altavilla Milicia (Palermo), dopo l'uccisione della madre, Antonella Salamone e dei due fratellini, di 5 a 16 anni. A salvarla sarebbe stata una bufera nella notte del 10 febbraio scorso. A raccontarlo al suo difensore è stato il padre della ragazza, Giovanni Barreca, imbianchino, detenuto a Enna. In carcere anche una coppia, Massimo Carandente e Sabrina Fina. Il legale, com la consulente, Roberta Bruzzone, oggi si sono recati sul luogo della strage familiare ad Altavilla.

I pizzini di Sabrina Fina

Lei, definita da qualcuno "Sacerdotessa del male", si trova nel carcere dei Pagliarelli.

Tra i «pizzini» che le sono stati sequestrati e sono arrivati nelle mani dei magistrati, ce ne sono alcuni inquietanti. «Avvertite i suoi legali che è in pericolo perché su di lei agisce ancora il demonio», avrebbe scritto parlando della ragazza, accusata anche per la strage, riporta Il Giornale di Sicilia. «Dite al pastore che non si dimentichi di pregare per me», un altro degli appunti di Fina. 

Giovanni Barreca, il muratore che avrebbe sterminato la famiglia, in carcere ha detto al suo avvocato Giancarlo Barracato di non aver mai usato violenza contro i familiari e che la situazione sarebbe precipitata con l'intervento di Massimo Carandente e Sabrina Fina, intervenuti per liberare le vittime dal demonio. Il 54ennne scagiona dai delitti la figlia 17enne, indagata per il triplice omicidio, pur riconoscendole una particolare «capacità nell'avvertire la presenza del demonio». Il colloquio tra il muratore e l'avvocato è avvenuto in presenza della criminologa Roberta Bruzzone, consulente della difesa nella valutazione della capacità di intendere e di volere dell'uomo. «L'infermità mentale è evidente», dice Barracato che descrive il suo cliente come in preda a una totale confusione. Intanto ha rinunciato alla difesa il legale di Massimo Carandente, l'avvocato Marco Rocca.

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