Spostamenti a Natale, doppio Dpcm: permesso il cenone, poi stretta a Capodanno. Scuola, in classe dal 9 dicembre

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di Lorena Loiacono, Alessandra Severini
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Mercoledì 25 Novembre 2020, 08:00 - Ultimo aggiornamento: 08:10

Il rientro a scuola arriva sotto l’albero di Natale: il 9 dicembre, infatti, potrebbero tornare in classe gli studenti delle scuole superiori lasciati a casa da oltre un mese, con la didattica a distanza. La decisione, sostenuta dalla ministra all’istruzione Azzolina che preme da settimane per riprendere le lezioni in presenza, sarà discussa oggi nel vertice tra il premier Conte e i capi di maggioranza. Si tratterà quindi di far tornare in aula, a scaglioni, le scuole superiori dal 9 al 23 dicembre, ultimo giorno di lezione prima delle festività natalizie. Due settimane tra i banchi, prima di Natale, alle prese con i vecchi guai della scuola e del trasporto pubblico. Oggi sono in Dad anche le classi seconde e terze delle scuole medie nelle regioni rosse: per i territori maggiormente a rischio serviranno valutazioni ad hoc. Ma l’ultima parola spetta sempre alla curva dei contagi: se dovesse riprendere vigore, la scuola resterebbe a distanza. Se invece ci sarà la possibilità di concedere piccole aperture, allora ne “beneficeranno” anche gli studenti.


DOPPIO DPCM. Sugli spostamenti e le aperture dei negozi durante le festività natalizie continuano a rincorrersi ipotesi. Il governo lavora su più fronti, con un occhio sempre puntato ai numeri della pandemia. 
Il presidente del Consiglio superiore di Sanità Franco Locatelli ha sintetizzato la linea che verrà seguita: «Gli obiettivi sono sostanzialmente due: far respirare l’economia nelle settimane che precedono il Natale ed evitare spostamenti di massa nei giorni delle feste vere e proprie».

Probabile che ci siano due tipi di misure: le prime che permetteranno di raggiungere parenti stretti e congiunti prima del 24 e poi, per il periodo tra Natale e Capodanno, misure più restrittive.


GUERRA SULLO SCI. Anche per questo gli impianti sciistici resteranno chiusi. Gli operatori però chiedono a gran voce che lo stop sia europeo. «Se i paesi attorno a noi, Austria, Svizzera, Francia e Germania tengono tutto aperto, mentre noi siamo tutti chiusi - avverte Federalberghi - regaleremo turisti italiani agli altri paesi»: L’Austria però non ci sta: «Le vacanze invernali in Austria saranno sicure», dice il governo. Quindi impianti aperti, a meno di un diktat della Ue.

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