Sparatoria dentro la questura di Trieste: morti due agenti di polizia

Sparatoria dentro la questura di Trieste: morti due agenti di polizia
Sparatoria dentro la questura di Trieste: morti due agenti di polizia
di Simone Pierini
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Venerdì 4 Ottobre 2019, 17:36 - Ultimo aggiornamento: 5 Ottobre, 22:38

Due agenti di polizia, Pierluigi Rotta e Matteo Demenego, sono morti in seguito a una sparatoria avvenuta questo pomeriggio, poco prima delle 17, dentro la questura di Trieste. L'agente Pierluigi Rotta, di Napoli, aveva 34 anni. L'agente scelto Matteo Demenego, di Velletri, aveva 31 anni. A sparare sarebbe stato un uomo, presunto responsabile di una rapina avvenuta questa mattina, che avrebbe esploso dei colpi contro due poliziotti, morti a causa della gravità delle ferite. Nella sparatoria feriti altri tre agenti, nessuno in pericolo di vita. L'uomo che ha sparato era in compagnia di suo fratello. I due, che hanno tentato la fuga, sono stati fermati. L'uomo che ha sparato si chiama Alejandro Augusto Stephan Meran, 29 anni, dominicano con problemi psichici. Il fratello, che ha tentato la fuga nei sotterranei, si chiama Carlysle Stephan Meran, 32enne. Entrambi sono titolari di permesso di soggiorno per motivi di famiglia. L'uomo che ha sparato ha sottratto due pistole agli agenti prima di fare fuoco.

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«Un domenicano, forse un marocchino, alto quasi due metri, un energumeno, portato nell'ufficio Prevenzione Generale Soccorso Pubblico della Questura, dove portano gli arrestati, ha chiesto di andare al bagno. È stato accompagnato, quando è uscito era una furia, ha aggredito i colleghi, ne ha disarmato uno e ha sparato all'impazzata in direzione di entrambi». Questa la ricostruzione della dinamica fatta da un poliziotto, testimone della sparatoria nella questura di Trieste.

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«Ho parlato adesso con i colleghi della Mobile. Hanno smesso di fare il massaggio cardiaco ai due colleghi in atrio, hanno smesso perché... perché son morti tutti e due. Agente scelto e agente. Non superavano i 30 anni, a quanto ricordo. Li conosciamo tutti, sono le ultime notizie, non so, boh». È l'audio scioccante, triste, pubblicato sul sito Adnkronos, di un poliziotto della questura di Trieste con il quale, su whatsapp, avvisa i colleghi della morte dei due agenti dopo un disperato tentativo di rianimazione. 



Questo il testo di un altro audio di un terzo poliziotto della questura di Trieste disponibile in voce sul sito di Adnkronos. «Questo qui è uno che questa mattina ha fatto una rapina ad un semaforo aveva portato via lo scooter ad una signora facendola cadere per terra. Dopodiché lo hanno preso e portato in questura insieme al fratello. Poi sembra che abbia preso la pistola ad uno dei colleghi e ha sparato, il fratello è ferito. Sono ancora tutti asserragliati in questura, perché lui è ancora nascosto all'interno della questura, dove c'erano le cantine e le celle di sicurezza».

«Vieni a prendermi ... non voglio l'ambulanza ... sto morendo...». Sono le frasi che urla Alejandro Augusto Stephan Meran, 29 anni, rivolte al fratello, Carlysle, all'esterno della questura di Trieste. Alejandro, che ha già ucciso i due agenti, è a terra mentre attende l'ambulanza dopo essere stato ferito durante il tentativo di fuga. La scena è stata mandata in onda dall'emittente locale Tele4 nel corso di una edizione straordinaria trasmessa stasera.

IL FERMO IMMAGINE DELL'UOMO CHE HA SPARATO FERITO A TERRA


LA RICOSTRUZIONE DEI FATTI
Alejandro Augusto Stephan Meran, il domenicano che ha sparato all'interno della questura di Trieste, ha sottratto le pistole ad entrambi i poliziotti che poi ha ucciso e non solo al primo agente che lo aveva accompagnato in bagno. Lo si apprende da fonti qualificate della Polizia che stanno ricostruendo la dinamica di quanto accaduto anche se, sottolineano, non ci sono né testimoni, né riprese delle telecamere del primo conflitto a fuoco.

Quello che è certo è che Meran - che come il fratello non aveva precedenti e non era segnalato come soggetto pericoloso - chiede di poter andare in bagno e ad un certo punto riesce a sottrarre la pistola all'agente che lo accompagna. Come abbia fatto sarà difficile ricostruirlo: alla scena non hanno assistito testimoni e la zona non è coperta da telecamere. Dopo aver sparato al primo poliziotto, Meran si incammina verso l'uscita e trova sulla sua strada il secondo agente. L'uomo spara ancora e quando il poliziotto cade in terra gli prende la pistola, strappandogli la fondina. A quel punto si avvicina l'uscita e ha un terzo conflitto a fuoco, con l'agente al corpo di guardia, che lo ferisce. Meran, dicono ancora le fonti, riesce comunque ad uscire dall'edificio e qui viene bloccato dagli uomini della squadra mobile. Dalla ricostruzione che sta emergendo sembra inoltre che il fratello, Carlysle Stephan Meran, non abbia avuto alcun ruolo nella sparatoria e, anzi, per paura si sia rifugiato nei sotterranei appena si è cominciato a sparare.

I due fratelli erano stati accompagnati in questura da personale delle volanti dopo «un'attività di ricerca del responsabile della rapina di uno scooter avvenuta nelle prime ore del mattino». «Per motivi in fase di accertamento - si legge in una nota della questura di Trieste - uno dei due ha distolto l'attenzione degli agenti ed ha esploso a bruciapelo più colpi verso di loro. Entrambi hanno tentato di fuggire dalla questura, ma sono stati fermati»
 
 
Il titolare di un locale della zona ha riferito di aver sentito spari provenienti dall'interno della questura. Pochi istanti dopo l'uomo ha detto di aver visto un giovane uscire di corsa dalla questura con in mano un'arma. Quest'ultimo avrebbe provato ad aprire un'auto della polizia parcheggiata lì davanti, ma inutilmente perché la vettura era chiusa. Subito dopo sono giunti alcuni agenti che lo hanno bloccato a terra.

LA FOTO DELLA PISTOLA A TERRA


Un'altra testimone avrebbe sentito sei spari dentro la questura seguiti da altri colpi. Secondo il suo racconto gli agenti avrebbe urlato «Mani in alto e faccia a terra». Successivamente si sarebbe barricata dentro al suo negozio. «È accaduto tutto alle 16.54, ho sentito sei spari e mi sono chiusa dentro il negozio. Poi i poliziotti urlavano 'mani in alto e faccia a terra' e ho sentito altri spari». Questa la testimonianza raccolta dall'Adnkronos. A parlare è la titolare di un'erboristeria che si trova a pochi metri dalla Questura.

«Ho aspettato dieci minuti e mi sono affacciata: ho visto una persona a terra - racconta ancora la donna - con una pistola accanto e tre poliziotti che entravano di corsa in questura alla ricerca di un altro uomo. Ferma in mezzo alla strada un'auto aperta. Poi siamo dovuti rientrare, mentre sul posto sono arrivate tre ambulanze. Ora è tutto transennato»

LE REAZIONI DELLE ISTITUZIONI
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inviato al Capo della Polizia, Prefetto Franco Gabrielli, il seguente messaggio: «Ho appreso con profonda tristezza la notizia della barbara uccisione dell'agente scelto Matteo De Menego e dell'agente Pierluigi Rotta, feriti mortalmente presso la Questura di Trieste mentre erano impegnati in una operazione di servizio. In questa dolorosa circostanza, desidero esprimere a lei ed alla Polizia di Stato la mia solidale vicinanza, rinnovando i sentimenti di considerazione e riconoscenza per il quotidiano impegno degli operatori della Polizia al servizio dei cittadini. La prego di far pervenire ai familiari degli agenti le espressioni della mia commossa partecipazione al loro dolore».

««Un fatto drammatico e vergognoso quanto accaduto a Trieste. Non voglio aggiungere altro perché rischio di dire qualcosa fuori luogo. La rabbia è tanta. Sono morti due agenti che stavano semplicemente facendo il loro mestiere perché qualcuno ha deciso di sparare per uccidere». Lo dice all'Adnkronos il presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga che si sta recando ora in Questura a Trieste. «La Regione è a disposizione per aiutare le famiglie», aggiunge Fedriga. Il sindaco di Trieste, Roberto Di Piazza, ha dichiarato il lutto cittadino. 

«Sconcerto e dolore per quanto accaduto a Trieste. Da italiano, una preghiera per i due agenti uccisi e un abbraccio alle loro famiglie. Sempre e comunque dalla parte delle nostre Forze dell'Ordine. Per gli assassini, nessuna pietà». Lo scrive in un tweet il leader della Lega Matteo Salvini.

«Sgomento e rabbia per l'uccisione a Trieste di due agenti e il ferimento di altri tre, per mano di due rapinatori. Il mio cordoglio e la mia vicinanza vanno alle famiglie di questi giovani che hanno dato la vita per difendere la nostra sicurezza e a tutti gli uomini e le donne della Polizia di Stato. Che i due bastardi assassini marciscano in galera per il resto dei loro giorni: sia fatta giustizia, senza attenuanti e senza sconti». Lo dichiara Giorgia Meloni, presidente di Fdi. 

«Sentimenti di profondo dolore e cordoglio alle famiglie dei due agenti rimasti uccisi nella sparatoria in prossimità della Questura di Trieste». Sono sono le parole del Sottosegretario alla Difesa Angelo Tofalo che esprime «solidarietà e commossa vicinanza alla Polizia di Stato».

«Esprimo la più profondo dolore per la morte dei due agenti e sono vicino alle loro famiglie e a tutti gli agenti della Questura che giorno per giorno affrontano ogni tipo di rischio». È il cordoglio espresso dal Procuratore capo di Trieste, Carlo Mastelloni.

«Profondo cordoglio per la morte dei due agenti uccisi in una sparatoria avvenuta davanti alla questura di Trieste. Due lutti che solcano l'anima, una tragedia immane. Sono vicino alla famiglia e alle forze dell'ordine». Così il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli.

In seguito alla sparatoria, in segno di rispetto per le vittime e le loro famiglie sono stati annullati tutti gli interventi politici dei governatori del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, del Veneto, Luca Zaia, del Piemonte, Alberto Cirio e della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti previsti per questa sera in occasione dell'apertura della Festa regionale della Lega Fvg organizzata a Porcia (Pordenone). È quanto si apprende dai vertici della Lega regionale. Tutte le attività di intrattenimento previste sono state annullate.

«Esprimo il mio più sentito cordoglio alla Polizia di Stato per i due agenti rimasti uccisi a Trieste e tutto il mio sdegno per quanto avvenuto. Ai familiari dei due ragazzi che hanno perso la vita, mentre con coraggio e abnegazione svolgevano il loro dovere di tutori della sicurezza e della legalità, giunga tutta la mia vicinanza». Lo ha dichiarato il Presidente del Senato, Elisabetta Casellati, in merito al grave fatto di sangue accaduto alla Questura di Trieste che ha visto due agenti di polizia rimanere uccisi nel corso di una sparatoria. Il Presidente Casellati ha aggiunto: «Chi colpisce un uomo delle Forze dell'ordine, colpisce lo Stato. Oggi l'Italia intera piange due dei suoi figli migliori».

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