Sparatoria a Pescara, parla il tassista: «Così ho fatto arrestare quell'uomo, ma non sono un eroe»

Vincenzo Femminilli, ex agente della Guardia di finanza, è l'uomo che a bordo del suo taxi si è ritrovato con Federico Pecorale, il giovane che domenica scorsa ha ferito un cuoco

Sparatoria a Pescara, parla il tassista: «Così ho fatto arrestare quell'uomo, ma non sono un eroe»
Sparatoria a Pescara, parla il tassista: «Così ho fatto arrestare quell'uomo, ma non sono un eroe»
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Martedì 12 Aprile 2022, 13:22 - Ultimo aggiornamento: 13:28

Sparatoria a Pescara, parla il tassista che domenica scorsa ha fatto arrestare l'uomo colpevole di aver ferito un giovane cuoco. Vincenzo Femminilli, 66 anni, ex militare della Guardia di finanza, racconta com'è andata ma ci tiene a precisare: «Non mi sento un eroe, non sono un eroe. Sono solo una persona normale che ha fatto il suo dovere».

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Domenica scorsa, in un risto-bar di piazza della Rinascita, il 29enne Federico Pecorale ha sparato tre colpi di pistola ad un cuoco di 23 anni, 'reo' di essere troppo lento nella preparazione di un piatto di arrosticini.

L'uomo, originario di Montesilvano ma residente in Svizzera si è poi dato alla fuga, prendendo proprio il taxi di Vincenzo Femminilli nel tentativo di superare il confine. Pecorale era riuscito ad allontanarsi, arrivando fino a Gissi, dove vivono alcuni familiari, per fare le valigie e proseguire la fuga fino in Svizzera.

Vincenzo Femminilli, dopo 40 anni di servizio nella Guardia di finanza, ha scelto di diventare tassista. «Perché non riesco a stare senza fare niente», spiega il diretto interessato. Che poi aggiunge: «Avevo già avuto quell'uomo come cliente pochi giorni prima, ci eravamo conosciuti e lui mi aveva chiamato. Mi ha chiesto di portarlo in Svizzera, io non sapevo ancora di ciò che era successo poche ore prima e semplicemente gli ho detto che il viaggio sarebbe costato 1.500 euro».

«A quel punto, mi ha risposto che non c'erano problemi: è andato al bancomat, ha ritirato i soldi e me li ha fatti vedere. Così, verso le 18, siamo partiti. Aveva una borsa con sé, messa sul sedile. Ad un certo punto, verso Roseto degli Abruzzi, squilla il telefono, io rispondo: erano i carabinieri e, con la modalità Bluetooth attiva, sente tutto anche lui. A quel punto tolgo immediatamente il Bluetooth, mi hanno chiesto se stessi trasportando qualche cliente verso Nord» - racconta ancora il tassista - «Rispondo di sì, pensando anche di passare a lui la comunicazione ma mi dicono di attendere istruzioni. A quel punto, quel cliente mi ha chiesto cosa volessero i carabinieri, gli ho risposto di non aver capito granché perché la chiamata era disturbata. Poi mi ha chiamato la polizia, avvertendomi di cosa aveva fatto il mio cliente poche ore prima».

La situazione si fa sempre più tesa. «La polizia mi ha detto di tenermi pronto ad uscire in autogrill. Quell'uomo non aveva sentito la conversazione, ma aveva capito tutto» - continua il tassista - «Respirava affannosamente, guardava dietro, io dovevo solo proseguire ma ero certo che da un momento all'altro mi avrebbe preso alla gola o puntato la pistola. Invece sono arrivato all'autogrill, mantenendo la calma e spiegandogli che dovevo fare benzina». A quel punto, in una piazzola dell'autogrill Metauro Est, lungo la corsia Nord dell'A14, la polizia è intervenuta con otto agenti che in pochi istanti hanno preso e immobilizzato l'uomo. «In quelle ora è come se il mio sedile fosse pieno di spilli, ma per fortuna era tutto finito. Sono tornato al lavoro, ma ho caricato solo gente che conosco», racconta il tassita Vincenzo Femminilli. Che oggi sarà premiato, per il suo gesto, all'Aurum di Pescara, nel corso della cerimonia per il 170º anniversario della Polizia di Stato.

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