Silvia Romano, gli amici in Kenya: «Grazie a lei sogno di fare il chirurgo, è speciale»

Silvia Romano, gli amici in Kenya: «Grazie a lei sogno di fare il chirurgo, è speciale»
Silvia Romano, gli amici in Kenya: «Grazie a lei sogno di fare il chirurgo, è speciale»
di Simone Pierini
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Venerdì 23 Novembre 2018, 19:33 - Ultimo aggiornamento: 26 Novembre, 19:36

«Grazie a lei sogno di fare il chirurgo, deve tornare. Per me era speciale». Ronald Kazungo, 18 anni, era con Silvia Romano quando è stata rapita martedì sera Chakama, villaggio a 80 km da Malindi, in Kenya. È terrorizzato da cosa le possa accadere, le violenze che potrebbe subire. Ha parlato in un'intervista al Corriere della Sera, raccontando il suo rapporto con la volontaria milanese di 23 anni. Le sue passioni, il suo modo di rapportarsi con la gente del posto, del progetto della Ong per cui operava. 

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«Silvia deve tornare da noi, lei ha tanti amici qui. Per me era speciale. L’ho conosciuta appena arrivata, a fine agosto. Nel suo primo giorno siamo andati con altri otto studenti e due volontarie a fare una passeggiata sul fiume». Il sogno di diventare chirurgo, una speranza figlia del progetto che stava seguendo Silvia, il motivo per cui aveva scelto di tornare in Kenya. 

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Al Corriere della Sera il ragazzo ricorda il primo incontro e i giorni a seguire. «Rimasi colpito dal suo ottimo inglese, così fluente da permetterci di discutere di molte cose. Ci siamo intesi subito. Lei mi chiedeva del progetto, se lo consideravo davvero utile, buono. Io le raccontai la mia storia, e di come senza quell’aiuto non avrei potuto puntare al diploma e tantomeno sognare di diventare un chirurgo».

Lei, così presa dal lavoro. Così attenta ai progressi della popolazione del posto a cui stava dedicando parte della sua vita. Sempre con il sorriso e la voglia di portare gioia nei loro cuori. Senza dimenticare di divertirsi. «Non passava giorno che non mi chiedesse conto dei miei studi e dei miei risultati scolastici. Poi ci accomunava la passione per la musica. Lei attaccava lo stereo nel patio della guesthouse e ballavamo». 
 

 

Un pensiero quello di Ronald Kazungo condiviso da tanti amici che ha incontrato in quel villaggio in Kenya. «Mi ha colpito la sua gentilezza», dice Shukran Kazungo, 16 anni. «Silvia ci faceva divertire, ridevamo molto durante le sue lezioni di ginnastica. E ci portava al mare» dice Dimina che ha solo 12 anni. Al Corriere della Sera ha parlato anche Isaac, il cuoco dell'orfanotrofio. «Voleva imparare a preparare i chapati. Era curiosa, gioiosa, amichevole, ma la sua passione erano i bambini, passava le giornate a farli giocare e ballare. Veniva da me soprattutto per chiedermi vocaboli in swahili, le servivano per comunicare con i più piccoli. Come vedo questi mugunzu che vengono qui a darci una mano? Sono persone dal cuore buono».

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