«Sei troppo grassa per lavorare»: commessa 24enne vittima di body shaming

«Sei troppo grassa per lavorare»: commessa 24enne vittima di body shaming
«Sei troppo grassa per lavorare»: commessa 24enne vittima di body shaming
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Martedì 27 Aprile 2021, 16:28 - Ultimo aggiornamento: 18:34

Troppo grassa per lavorare. Un caso tipico di bodyshaming, raccontato da una ragazza di 24 anni che cercava lavoro da commessa, ma a cui è stato detto senza mezzi termini di essere «troppo grassa per fare la commessa qui». Accade a Crotone, dove la giovane ha denunciato quanto accaduto attraverso le pagine del bisettimanale Il Crotonese, che ne riporta la storia sull'edizione in edicola da questa mattina.

Ventiquattro anni, diplomata, con già diverse esperienze di lavoro in un call center e in un negozio, la giovane si è anche formata per l'organizzazione di eventi. Qualche giorno fa viene chiamata da un'attività commerciale di Crotone alla quale aveva lasciato il curriculum per un posto da commessa: «Quando sono andata - racconta a il Crotonese - la moglie del titolare mi ha spiegato cosa avrei dovuto fare, mi ha detto che i giorni di prova sarebbero stati quattro, ma senza accennare minimamente alla retribuzione».

Inizia la prova, viene affiancata ad altre due commesse. Lavora tutto il giorno senza problemi. Quando arriva il titolare nascono i problemi: «Mi ha chiesto - dice la donna - come mi trovassi ed io ho risposto che andava tutto bene. A quel punto ha iniziato a squadrarmi dalla testa ai piedi, ho iniziato a provare disagio. Mi ha prima chiesto se fossi consapevole che ci sono le scale in quell'attività. Continuavo a non capire. Certo che lo sapevo ero salita e scesa per tutta la mattinata. Alla mia risposta positiva allora mi ha indicata nella fisicità con disprezzo e ha affermato che non credeva potessi farcela a fare quel lavoro, cioè a salire su quelle scale».

«In quei momenti - continua - ero incredula, allibita, ho anche pensato per un attimo di non aver capito, ma ho trovato comunque la forza di rispondergli e dire che non credevo proprio quello fosse un suo problema. Lui ha risposto che per lui non era un problema, ma che ero io a dover valutare se era il caso di restare a lavorare lì, visto che a suo avviso, lo ha ribadito, io non potevo farcela». La ragazza, scrive il Crotonese, il giorno dopo ha deciso di non andare più al lavoro: «Non mi sono presentata volutamente senza avvisare, perché credo lo meritassero. Andassero a dire ora che i ragazzi crotonesi non vogliono lavorare: chi ha dignità non accetta di lavorare a queste condizioni e deve andarne fiero. Non sono disposta a farmi insultare per una miseria.

Dico al titolare di trovare qualcuna disposta a farlo, però di taglia 38».

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