Tra chi finì in carcere ci furono anche l'ex sottosegretario del primo Governo Berlusconi Franco Rocchetta, fondatore della Liga Veneta e l'ex leader dei Forconi Lucio Chiavegato. Il processo nell'autunno scorso è stato poi trasferito da Brescia a Rovigo per competenza territoriale perché il Tanko, elemento ritenuto perno dell'inchiesta, era stato costruito in un capannone di Casale di Scodosia, nel Padovano, dove il gruppo effettuò anche alcune prove di sparo. Oggi per tutti i coinvolti è stata pronunciata una sentenza di assoluzione per l'accusa più grave, ma per 15 imputati il caso non è chiuso.
Si tratta di un gruppo rinviato a giudizio per la fabbricazione proprio del Tanko, ritenuto arma da guerra.
Il processo comincerà a gennaio. «Siamo molto soddisfatti per l'assoluzione perché è stato riconosciuto il diritto di associarsi per esprimere le proprie idee in modo non violento» commenta l'avvocato Luca Cantarutti, legale di diversi secessionisti imputati. Nell'ambito della stessa vicenda nei mesi scorsi era stata pronunciata dal gup del tribunale di Brescia una sentenza di condanna a due anni nei confronti di Michele Cattaneo, unico ad aver scelto il rito abbreviato, e ritenuto il costruttore del cannoncino del Tanko. I suoi legali hanno già presentando ricorso in appello. La condanna era stata pronunciata per il reato di associazione sovversiva per il quale oggi tutti gli altri serenissimi coinvolti sono invece stati assolti perché il fatto non sussiste. Dall'inizio della vicenda ad oggi due secessionisti coinvolti sono deceduti. Si tratta del sardo Doddore Salvatore Meloni e del bresciano Roberto Abeni.