Scuola, ripartenza ad ostacoli: cosa succede se un bambino si ammala di Covid? E se è positivo uno dei genitori? Tutto quello che c'è da sapere

Scuola, tutti i nodi per la ripartenza: dai trasporti ai banchi fino alla mascherina in aula. Cosa c'è da sapere
Scuola, tutti i nodi per la ripartenza: dai trasporti ai banchi fino alla mascherina in aula. Cosa c'è da sapere
di Lorena Loiacono
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Giovedì 27 Agosto 2020, 20:02 - Ultimo aggiornamento: 28 Agosto, 13:22

Aula-Covid, referente Covid e quarantena preventiva: ecco le nuove parole che entreranno a far parte del vocabolario scolastico nell’era del Coronavirus. Le scuole in questi giorni di fine agosto si preparano a riaprire, incontrando mille difficoltà, e saranno decisamente diverse rispetto a quelle a cui gli studenti sono abituati.
 


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Si torna tutti in classe tra meno di venti giorni, ma sulla riapertura delle scuole la curva dei contagi pesa come un macigno: resta il timore che il Covid possa riboccare tutto, di nuovo, oltre alla paura di sottovalutare i segnali di allarme o, al contrario, di creare tra le famiglie allarmismi ingiustificati.
La domanda che fa perdere il sonno al personale scolastico è: “Come dovremo comportarci se, a scuola, dovesse presentarsi un caso sospetto?

A mettere nero su bianco le regole da seguire è l’Istituto superiore di Sanità che ha stilato un vademecum per presidi e docenti e, dalle Regioni, è arrivato il via libera unanime ad adottare quel testo in tutte le scuole. Ecco le regole da seguire:


Un caso sospetto a scuola
Se durante la giornata scolastica dovesse presentarsi un caso sospetto, con sintomi riconducibili al Coronavirus, lo studente o l’adulto verrebbe isolato in un’area cosiddetta Covid, da individuare prima dell’avvio delle lezioni. Nel caso dello studente, verrebbe accompagnato da un adulto con la mascherina in attesa dell’arrivo dei genitori. Ad avvisare la famiglia sarà il referente Covid, una persona tra tutti coloro che lavorano nella scuola, precedentemente individuata e formata che dovrà tenere i rapporti con i medici e monitorare anche l’andamento delle assenze a scuola. Una volta arrivati i genitori, lo studente tornerà a casa e verrà avvisato il medico curante che avvierà tutta la procedura necessaria per capire se si tratta di un caso di positività. Il tampone dovrà essere fatto in tempi strettissimi

Un caso positivo a scuola
Che cosa accade se uno studente o un docente risultano positivi al Covid? Una volta accertata la positività, spetta ai medici della Asl decidere per eventuali periodi di quarantena preventiva. Verrà messa in isolamento per 14 giorni l’intera classe dello studente ma anche più di una classe se il ragazzo è stato in contatto con più compagni di scuola. Stesso criterio nel caso del docente positivo: si valuterà la possibilità di isolare tutte le classi in cui ha fatto lezione nelle ultime 48 ore.

Se sono positivi mamma e papà?
Nel caso in cui dovesse risultare positiva al tampone una persona esterna alla scuola ma strettamente congiunta agli studenti, come nel caso di un genitore o comunque di un contatto stretto di un alunno o di un docente, verrebbe messo in isolamento l’alunno o l’insegnante ma nessun altro all’interno della scuola. Per poi monitorare la situazione in classe. Resta quindi fermo l’obbligo da parte della famiglia di avvisare il referente Covid scolastico.


Quando si può tornare a scuola, dopo la quarantena?
Il rientro è previsto solo se in massima sicurezza. Il caso positivo, quindi, una volta guarito può tornare in classe solo dopo due tamponi negativi effettuati a distanza di 24 ore. Nel caso invece di uno studente o di un docente sospetti ma risultati negativi al tampone, sarà necessario ripetere il tampone dopo 2-3 giorni.

Se l’aspetto sanitario sta nelle mani medici, docenti e presidi sono alle prese con l’organizzazione scolastica, mai tanto in salita come quest’anno. Le nuove misure di sicurezza hanno imposto, infatti, nuovi regolamenti che stanno stravolgendo le scuole. E il ritardo nella messa in pratica sta facendo il resto: per i dirigenti scolastici e i loro collaboratori è stata un’estate di fuoco, scandita da norme e linee guida, risorse da trovare e metri da misurare.

Trasporti

Uno dei nodi principali, quello che sta tenendo in un duro pugno di ferro il Governo e le Regioni, è il trasporto pubblico per gli studenti. Riaprire le scuole significa far muovere 8 milioni di studenti, spesso con famiglia al seguito, e circa un milione tra docenti e personale scolastico. Proprio nel momento in cui molti riprenderanno il lavoro in presenza, tornando dallo smart working. I trasporti potrebbero andare in tilt. Niente di più facile visto che da mesi le vetture stanno  già viaggiando a capienza ridotta, praticamente dimezzata. La prova di settembre potrebbe far saltare tutto. Il distanziamento, infatti, resta anche sul bus o in metro, quindi l’attesa alle fermate potrebbe essere infinita. Con due gravi conseguenze: gli assembramenti alla fermata e i ritardi a scuola, dove salterebbe tutta l’organizzazione e la ripresa in sicurezza. Da qui la necessità di scaglionare gli orari di ingresso. Ma per farlo, le scuole devono conoscere con certezza la portata dei flussi e la carenza dei mezzi su strada. 

Aule
La prima criticità emersa dalle scuole è la mancanza di spazi che, con la regola del distanziamento, in molte situazioni devono essere praticamente raddoppiati. Ma oggi 27 agosto, a distanza di settimane dall’avvio della ricerca di nuovi ambienti didattici, secondo l’Associazione nazionale dei presidi, devono essere sistemate circa 20mila aule. Si tratta di oltre 400mila ragazzi ancora senza una classe. La ricerca di spazi aggiuntivi nei teatri, musei e cinema non è andata sempre a buon fine: dagli enti locali come Regioni e province, non sono arrivare le risposte attese. E così circa in 20mila aule si rischia di far lezione senza distanziamento. L'idea di riattivare le scuole dismesse da tempo, sembra non essere mai decollata: il ministero dell'istruzione aveva individuato qualcosa come 5mila istituti inutilizzati da avviare la recupero. Ma per il momento l'idea non sembra avere avuto successo visto che gli enti locali, quando hanno potuto, hanno preferito affittare sedi esterne o da privati già pronte. 


Banchi monoposto in arrivo ma non per tutti
Sono in arrivo. Lo ha assicurato il commissario straordinario Domenico Arcuri, dettando il calendario delle consegne nelle scuole dei 2,4 milioni di nuovi arredi. I primi arriveranno già domani. Ma poi si andrà avanti per tutto il mese di settembre e di ottobre. Se tutto va bene, le ultime scuole riceveranno i nuovi arredi a fine ottobre. Nel frattempo come faranno a far lezione? Nei nuovi ambienti didattici sarà impossibile far lezione senza banchi e sedie. La precedenza nelle consegne sarà data alle scuole primarie e ai territori in cui l’allerta die contagi è maggiore


Mascherina sì o mascherina no? 
Sarà la curva dei contagi a dire l’ultima parola. Per il momento la mascherina a scuola si indosserà, soprattutto negli ambienti comuni come corridoi, ingressi e bagni. Anche al banco se non si riesce a mantenere il distanziamento di un metro. La regola del Comitato tecnico scientifico parla chiaro: "Sopra i sei anni – hanno detto gli esperti del Cts il 19 agosto – sarà richiesto, in Italia come in altri Paesi, l’uso della mascherina e il distanziamento. Poi ci saranno condizioni particolari, come nel caso di un ragazzo non udente in classe o durante l’interrogazione, che saranno valutati. L’indicazione però sarà: utilizziamo la mascherina perché è un importante strumento contro il virus”. Il prossimo aggiornamento dal Cts arriverà dalla riunione prevista per il 1 settembre. Le mascherine saranno comunque fornite dallo Stato che ha previsto un quantitativo di 11milioni di pezzi al giorno


AAA Cercasi maestra
Più aule, più banchi e quindi più docenti: la regola del raddoppio vale per tutti, anche per gli insegnanti e i bidelli. Quindi se in una scuola è necessario sdoppiare una classe in due ambienti distinti, ci sarà inevitabilmente bisogno di più banchi ma anche di un altro insegnante per fare lezione. E a catena anche di un maggior numero di bidelli, per mantenere la pulizia e la sorveglianza. Nelle scuole verranno avviati 70mila nuovi contratti a tempo determinato per docenti e personale ata, proprio per fare fronte a queste necessità dettate dall’emergenza: la ministra Lucia Azzolina ha firmato oggi il decreto. Andranno nei territori più a rischio, con maggiori difficoltà logistiche e organizzative, in base alle richieste delle scuole. Non è ancora deciso quando arriveranno fisicamente nelle scuole. Si tratta di un aspetto importante per avviare le lezioni già dal 14 settembre 

Misurazione della febbre
Secondo le linee guida dell'Istituto superiore di sanità, la misurazione della temperatura avviene a casa, non all'ingresso della scuola. Questa decisione non ha messo tutti d'accordo: dare alle famiglie la responsabilità di controllare la febbre, ogni giorno, ai ragazzi non piace. I docenti sanno bene che spesso gli alunni arrivano a scuola già con la febbre, senza che il genitore controlli. Questo aspetto rappresenta un altro terreno di scontro tra Governo e Regioni: il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, ha chiesto di rivedere la norma affinché la misurazione avvenga anche a scuola.

Test sierologici
Volontari e gratuiti, i test sierologici sono partiti tra il personale scolastico.
E’ possibile sottoporsi all’analisi fino al 7 settembre prossimo. Quel che sta emergendo in queste ore è una scarsa adesione da parte del personale scolastico: secondo la Fimmg, la Federazione dei medici di medicina generale, aderisce allo screening solo il 30% dei docenti contattati. I motivi possono essere principalmente due: da un lato ci sono i docenti che non vogliono partecipare, in tanto contrari, dall’altra ci sono quelli che in questi primi giorni di test non si trovano a casa, essendo ancora agosto, e non prendono l’appuntamento. Quindi il rischio è che poi, a settembre, gli ambulatori dei medici si ritroveranno in sovraccarico con un’impennata di adesioni.

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