Covid, guerriglia in tutta Italia: molotov e pietre a Milano, vetrine rotte e negozi saccheggiati a Torino

torino_scontri_piazza_covid
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di Mario Fabbroni
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Martedì 27 Ottobre 2020, 07:45 - Ultimo aggiornamento: 11:07

Al Viminale sono «seriamente preoccupati». Le proteste contro chiusure anticipate e spostamenti sono diventate un problema di ordine pubblico nazionale. 
Milano e Torino sono state epicentro della violenza metropolitana con lanci di molotov e vetrine rotte, mentre a Napoli la gente è scesa pacificamente in strada proprio in coincidenza con l’inizio del “coprifuoco” delle 18. 

 


Due persone fermate a Milano dopo una durissima manifestazione non autorizzata sfociata nel lancio di molotov, pietre, grossi petardi e bottiglie a cui la polizia ha risposto con cariche e lacrimogeni per disperdere la protesta anti-Covid: scene di terrore urbano in corso Buenos Aires e via Fabio Filzi ma il cuore della tensione è stata via Melchiorre Gioia dove si trova la Regione Lombardia. Tra i manifestanti molti a volto coperto e armati di catena, segno che si trattava di “black bloc” oppure di soggetti dediti abitualmente a scatenare violenza e provocazioni. Ferito in maniera non grave un poliziotto. 
Messo a ferro e fuoco pure il centro di Torino, che in mattinata era stato invaso dai tassisti «senza protezione sanitaria e ridotti alla fame».

Le ombre della sera hanno invece portato scompiglio, scontri, vetrine infrante, danni per centinaia di migliaia di euro: 10 fermati. 


A Napoli, nella centralissima piazza del Plebiscito, a urlare invece erano commercianti, gente comune, studenti. I “no lockdown” stavolta sono stati pacifici anche se si sono armati di “coltello e forchetta”, simboli della ristorazione che sta sprofondando nei debiti. Erano almeno mille, forse di più. Bis in zona collinare, con il tam tam girato vorticosamente su WhatsApp e l’invito a “non affatto chiudere bottega alle 18, anzi a far consumare i clienti fino a tardi ma senza battere neppure uno scontrino fiscale”. 
Però il fuoco della rivolta arde ovunque, si irrobustisce e non si spegnerà facilmente.

A Viareggio hanno acceso fumogeni e petardi i gestori di palestre e circoli sportivi, a Palermo e Catania si sono sentite decine di esplosioni causate da bombe carta, a Trieste altro festival di fumogeni e petardi. 
I baristi riminesi invece sono pronti a riciclarsi: «Dai drink passeremo al brunch, così lavoriamo lo stesso». Palestra all’aperto in fase di organizzazione ad Ancona, mentre un albergatore di Macerata offre «gratis le stanze ma a patto che si prenota la cena nel nostro ristorante, visto che può stare aperto dopo le 18». 
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