Le vittime di sfruttamento sessuale e lavorativo sono in prevalenza donne e ragazze e una su 20 è minorenne, proveniente da Nigeria, Costa d'Avorio, Paistan e Gambia. E' quanto emerge dal rapporto "Piccoli schiavi invisibili-Fuori dall'ombra", l'XI edizione del sondaggio fatto da Save the Children, pubblicata in vista del 30 luglio, giornata internazionale contro la tratta degli esseri umani.
Nel 2020, le vittime prese in carica dal sistema anti-tratta erano 2040, di cui 716 nuovi casi emersi: le donne sono l'81,8%, la forma di sfruttamento maggiore è quella sessuale (78,4%), seguita dalla lavorativa (13,8%).
I figli minori delle donne sfruttate sono anch'essi nelle manidi sfruttatori trafficanti: i casi di ex-vittime o vittime con figli sono raddoppiati.
«I bambini figli delle vittime di sfruttamento - ha dichiarato Raffaela Milano, Direttrice dei programmi Italia - europa di Save the Children - sono prigionieri di un circuito di violenza, ricatto e abuso che deve essere spezzato ».
Da quando è in corso la pandemia, le segnalazioni sono diminuite, celate dal peso del covid che le ha rese irraggiungibili e meno visibili. «Le vittime- continua Raffaella Milano- vengono spesso individuate dai trafficanti con metodologia di caccia virtuale, adescamenti, fishing».