Sara e Jessica, travolte e uccise da un suv: il bulgaro già condannato per guida in stato di ebbrezza

L'uomo, un bulgaro, in caso di nuova condanna non potrà beneficiare della condizionale

Sara e Jessica, travolte e uccise da un suv: il bulgaro già condannato per guida in stato di ebbrezza
Sara e Jessica, travolte e uccise da un suv: il bulgaro già condannato per guida in stato di ebbrezza
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Martedì 1 Febbraio 2022, 13:51 - Ultimo aggiornamento: 2 Febbraio, 10:43

Se condannato, non potrà beneficiare della condizionale. Il cittadino bulgaro che ha travolto e ucciso le due cugine Sara Rizzotto e Jessica Fragasso sull'autostrada A28, era infatti già stato condannato tre volte, di cui una per guida in stato di ebbrezza. L'uomo dopo l'incidente si era dato alla fuga, ma era stato fermato poco dopo e sottoposto all'alcol-test, a cui era risultato positivo.

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Lo rende noto il procuratore di Pordenone, Raffaele Tito, precisando che l'uomo «in caso di condanna non potrà in nessun caso beneficiare della sospensione condizionale della pena». Il procuratore ha anche ricordato che «ricorre la cosiddetta 'quasi flagranza' quando l'arresto è operato dalla Polizia giudiziaria sulla base della immediata e autonoma percezione delle tracce del reato e del Loro collegamento inequivocabile con l'indiziato.

Poiché, nel caso in esame, la Polizia è giunta sul posto pochi minuti dopo i fatti e, senza intervalli temporali, ha proceduto all'accertamento dei fatti che hanno, sempre senza soluzione di continuità, condotto all'identificazione dell'autore del reato ed alla sua apprensione presso l'abitazione, è stata richiesta la convalida dell'arresto obbligatorio in flagranza di reato».

Il Procuratore di Pordenone ha anche precisato che, «rilevando che la causa dell'incidente, secondo la ricostruzione della Polizia stradale, va ricercata nella eccessiva velocità del veicolo investitore e nel mancato rispetto delle distanze di sicurezza rispetto ai veicoli che precedevano, questa mattina è stata chiesta, al GIP, l'applicazione della misura cautelare in carcere, contestando il delitto di omicidio stradale, con le aggravanti di essersi dato alla fuga, di avere cagionato la morte di più persone e di avere commesso il fatto in stato di ebbrezza alcolica». Il Procuratore Tito ha inoltre ricordato che all'indagato è stato contestato il fatto di non avere ottemperato all'obbligo di prestare assistenza alle persone ferite. 

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