"San Gennaro" fa causa al Comune di Napoli: «Debito da 737mila euro»

"San Gennaro" fa causa al Comune di Napoli: «Debito da 737mila euro»
"San Gennaro" fa causa al Comune di Napoli: «Debito da 737mila euro»
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Sabato 24 Aprile 2021, 22:23

"San Gennaro" contro il Comune di Napoli. La Deputazione, l'organismo laico che dal 13 gennaio 1527 gestisce la Cappella del Tesoro di San Gennaro, all'interno del Duomo, ha depositato attraverso l'avvocato Andrea Pisani Massamormile un atto di citazione con il quale indica il Comune di Napoli debitore, nei confronti della Deputazione, di circa 737mila euro.

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La somma è stata calcolata sulla base delle "quote" che, secondo la Deputazione, il Comune deve alla Cappella ogni anno e che, secondo quanto ricostruito nell'atto di citazione, «negli ultimi 10 anni, da quando cioè il sindaco è Luigi de Magistris, non sono state più versate, a differenza di quanto sempre avvenuto nei secoli precedenti». La Cappella del Tesoro di San Gennaro «nasce su un voto del popolo», racconta all'Adnkronos il marchese Pierluigi Sanfelice di Bagnoli, membro della Deputazione ed erede diretto di Antonio Sanfelice, uno dei rappresentanti dei Seggi nobiliari che nel 1527, insieme ai rappresentanti del Seggio del Popolo, stipularono il «contratto con San Gennaro: in cambio del suo aiuto e della sua protezione sulla città minacciata da guerra, carestia e un'epidemia di peste, avrebbero realizzato una cappella tra le più belle mai esistite». 

Sanfelice di Bagnoli spiega che «quel contratto impegnava Napoli a realizzare la cappella e a mantenerla. Nel 1800 Gioacchino Murat decise che della Cappella del Tesoro se ne sarebbe occupato il Comune: per cui il sindaco diventò il nostro presidente e il Comune si sarebbe occupato della cura della Cappella per quanto riguarda restauri e mantenimento. Questo è avvenuto sempre fino ai giorni nostri, poi con l'amministrazione de Magistris non ci hanno più pagato».

Una situazione che, spiega il membro della Deputazione di San Gennaro, «è stata fatta più volte presente al Comune, che non ci ha dato risposta. Noi abbiamo quattro dipendenti che si occupano dell'amministrazione della Cappella e della guardiania, e non possiamo più pagarli. Corriamo il rischio di dover chiudere la Cappella di San Gennaro». All'interno della quale sono conservate le reliquie del Santo patrono della città di Napoli, tra cui la celebre ampolla contenente il sangue del quale si attende la liquefazione "miracolosa" tre volte l'anno: il sabato che precede la prima domenica di maggio, il 19 settembre (la festa di San Gennaro) e il 16 dicembre. 

«Ci auguriamo che tutto possa finire nella maniera migliore e con un ravvedimento del Comune - conclude Pierluigi Sanfelice di Bagnoli - noi abbiamo ricostruito la nostra posizione carte alla mano, con tutti gli impegni presi scritti nero su bianco. Il Comune non può dire che quei soldi non ci sono dovuti, quando ci hanno pagato regolarmente per centinaia di anni».

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