Gratta e Vinci, dipendenti "infedeli" di Lottomatica sapevano dov'erano i biglietti vincenti e li incassavano: 12 denunciati.

Gratta e Vinci, dipendenti "infedeli" di Lottomatica sapevano dov'erano i biglietti vincenti e li incassavano: 12 denunciati.
Gratta e Vinci, dipendenti "infedeli" di Lottomatica sapevano dov'erano i biglietti vincenti e li incassavano: 12 denunciati.
di Emilio Orlando
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Venerdì 30 Ottobre 2020, 08:00 - Ultimo aggiornamento: 08:37

Riuscivano a scovare, tra i “Gratta e Vinci” distribuiti in tutta Italia, i biglietti con le vincite massime e poi li incassavano. In quattro anni il gruppo di dipendenti infedeli di Lottomatica è riuscito a mettersi in tasca 24 milioni di euro truffando 50 milioni e 400 mila potenziali vincitori. Dodici in tutto le persone iscritte nel registro degli indagati dal pubblico ministero Alessia Miele. Tra loro (oltre ad ex appartenenti al concessionario delle lotterie) figurano anche impiegati tutt’ora in servizio ed i loro familiari, che si spacciavano come i reali vincitori al momento dell’incasso. 


Le indagini della polizia valutaria della Guardia di Finanza della Capitale sono partite dopo che la stessa International Game Technology (IGT) e la sua controllata Lottomatica aveva segnalato alcuni accessi sospetti al sistema informatico di localizzazione che tracciava in quali tabaccherie erano stati consegnati i pacchi con dentro il biglietto vincente del “Maxi Miliardario” e del “Super Cash”. Un emissario dei truffatori si recava poi nei punti vendita indicati dal programmatore ed acquistava l’intera confezione che conteneva il tagliando vincente da 7 o da 5 milioni. Con sfrontatezza e disinvoltura si spartivano poi le vincite comprando azioni e titoli bancari. 
«Dopo che fai? Stappi lo champagne?».

Così in un messaggio, intercettato dai finanzieri scritto in un gruppo di WhatsApp, uno degli indagati (Fabio Giacovazzi) si rivolgeva ai suoi colleghi, complici della maxi truffa. Inquisiti pure Carla e Giorgio Giacovazzi, Lucia De Angelis, Cristiano Copelli, Rita Botticelli, Antonella Capolei ed Ambra Burani. 


La Procura ha chiesto ed ottenuto dal Tribunale il sequestro preventivo e per equivalente di 27 milioni di euro per tutti gli indagati a piede libero dell’inchiesta, battezzata dagli investigatori “Dea Bendata”. Lottomatica, che ha subito collaborato alle indagini, fa sapere di aver sospeso dal servizio in via cautelativa i quattro dipendenti coinvolti.
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