Mentre i consumatori aspettano il mini taglio del prezzo dei carburanti, deciso dal governo ma non ancora scattato sui listini delle pompe di benzina, la procura di Roma imprime un’accelerata all’indagine aperta sugli aumenti vorticosi delle ultime settimane di carburanti, gas e energia elettrica. “Manovre speculative su merci” è il reato ipotizzato dai magistrati: l’ipotesi è che sia stata messa in atto una speculazione in modo da determinare il rincaro «sul mercato interno» del costo delle fonti di energia.
Spetterà ora alla guardia di finanza effettuare gli accertamenti necessari per arrivare a verificare se il repentino aumento dei prezzi sia stato causato da una strategia concordata, una sorta di “cartello” delle aziende del settore, anche se l’inchiesta rimane ancora contro ignoti.
Intanto, a guardare i prezzi dei carburanti, ben poco sembra cambiato. Alla pompa il costo di diesel e benzina ruota ancora intorno ai due euro, pur essendo sceso di qualche centesimo, soprattutto per il diesel. Il taglio da 25 centesimi previsto nel decreto adottato dal governo venerdì scorso ancora non si vede. Il testo deve ancora arrivare in Gazzetta ufficiale, per cui è difficile che già oggi possa vedersi un calo come invece tutti speravano. Il Codacons da parte sua esprime soddisfazione per il passo in avanti dell’indagine romana e promette che continuerà la battaglia. Se fosse accertata la presenza di illeciti, l’associazione annuncia «una maxi class action per conto di milioni di consumatori e imprese danneggiati dai rincari».