La prof no-vax si sfoga: «Senza stipendio da tre mesi. Ci considerano portatori di morte»

Roberta Salimbeni un anno fa non era contraria al vaccino e ai tamponi, ma a causa della sua esperienza non si fida più

Fabriano, professoressa no vax convinta si sfoga: «Chiusa in casa da 3 mesi, ricevo minacce e insulti»
Fabriano, professoressa no vax convinta si sfoga: «Chiusa in casa da 3 mesi, ricevo minacce e insulti»
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Giovedì 16 Dicembre 2021, 13:28 - Ultimo aggiornamento: 14:47

Da oggi, 16 dicembre, scatta l'obbligo di vaccino nelle scuole. Ma Roberta Salimbeni, una professoressa di Fabriano, intervistata da Talita Frezzi per Il Messaggero, è una no vax convinta e non ha minimamente intenzione di vaccinarsi nonostante sia chiusa in casa da tre mesi. Proprio per questo riceve quotidianamente insulti e minacce

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«Sono tre mesi che non sto lavorando e sono senza stipendio. Questo anno scolastico non mi sono proprio presentata a scuola, sapendo che avrei comunque dovuto sottopormi a tampone e io mi rifiuto».

La professoressa spiega che non si sottopone al tampone perché non sono attendibili. Ha avuto il Covid lo scorso dicembre e all'epoca non era contraria nè al vaccino nè ai tamponi. Aveva tutti i sintomi del Covid, perdendo gusto e olfatto, con febbre, mal di testa e congiuntivite. Ma ai tamponi risultò negativa. Successivamente, quindi, si fece le analisi per vedere se aveva sviluppato gli anticorpi e li aveva altissimi. Segnale evidente che aveva avuto il Covid-19. 

«Ne ho parlato con il dirigente scolastico. Ho evidanziato che mi sentivo indiscriminata ingiustamente, anche perché a inizio anno scolastico un collega vaccinato era andato regolarmente a lavoro e non sapeva di essere positivo». La sua diffidenza verso il vaccino nasce, come riportato da Il Messaggero, dal fatto che si è documentata. È un'insegnante e non prende le cose alla leggera. Ho ascoltato medici, scienziati e pareri diversi. E da qui si è fatta una sua idea. 
 

«Non nascondo di aver paura. Anche perché questo vaccino deve essere somministrato a più richiami poiché ha una validità limitata. Ho accanto a me persone che dopo la profilassi hanno avuto problematiche gravi, certificate come conseguenti dal vaccino stesso e tuttora si stanno sottoponendo a terapie. È doloroso rinunciare al mio lavoro, ai miei studenti. Ma mi assumo la responsabilità delle mie scelte, anche se sono senza stipendio e ho una famiglia da mantenere, due figli».

I due figli hanno 12 e 15 anni e fanno attività sportiva sottoponendosi al tampone, ma solo perché non vuole che subiscano il ricatto della società. Non possono andare al cinema e al ristorante, ma sembra che stiano accettando questi sacrifici. Spera che non accada come è successo ad altri genitori no vax che i suoi figli pretendano il vaccino. Spera che i suoi ragazzi capiscano tutti i sacrifici e le scelte che sta facendo anche per loro. «Cosa mi rammarica di più? Non sono le limitazioni, ma l’odio sociale innescato. Noi no-vax siamo considerati dei portatori di morte, gente che ruba i posti letto in ospedale, untori. Ho ricevuto e ricevo insulti e messaggi di disprezzo per la mia scelta».

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