Ricciardi: «L'epidemia è in piena esplosione, negli ospedali la situazione è tragica. A Natale no a cenoni affollati»

Ricciardi: «Campania gialla? Napoli andava chiusa. L'epidemia è in piena esplosione»
Ricciardi: «Campania gialla? Napoli andava chiusa. L'epidemia è in piena esplosione»
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Venerdì 6 Novembre 2020, 14:27 - Ultimo aggiornamento: 20:33

Ospite di Un giorno da pecora su Rai Radio 1 Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza per l'emergenza Covid-19, ha detto di essere ancora dell'idea che «ci vorrebbe un lockdown a Napoli». Ai conduttori che gli fanno notare come, con il nuovo dpcm e l'ordinanza ministeriale che ne è seguita, la maggioranza del Paese sia 'gialla', Ricciardi risponde «sì, ma è una fascia comunque pericolosa - avverte - perché di fatto può peggiorare da un momento all'altro se non prendiamo misure. Faccio l'esempio di Napoli: è all'interno di una regione gialla che è la Campania, però già 2-3 settimane fa ho detto che andava chiusa».

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Anche oggi il docente di Igiene dell'università Cattolica ripete che «sicuramente l'area metropolitana di Napoli è già un'area a rischio, anzi i dati sono addirittura peggiorati». «La Campania è in zona gialla perché è stata fatta una media sui dati regionali», che «poi bisogna vedere se sono tutti quanti confermati».

Ma Ricciardi ritiene che «bisogna invece estrapolare i dati a livello provinciale». 

Ricciardi esordisce con un dibattito sui colori delle fasce identificate per la collocazione delle regioni in base alla situazione Covid sui loro territori. «Dovremo ritornare verdi. Saremmo tutti più contenti quando ritorneremo tutti verdi. Però in questo momento non c'è nessuna regione che può dichiararsi libera dal rischio di circolazione» del coronavirus Sars-CoV-2. Nessuna regione è verde, precisa Ricciardi, «ma l'obiettivo è tornare tutti verdi». Si è scelto di identificare le fasce con i colori «perché è comprensibile a tutti», spiega rispondendo alla domanda ironica «di che colore è lei?», alla quale replica: «Io sono giallo», stando nel Lazio. I colori «sono immediatamente comprensibili a tutti per capire la gravità della situazione».

Quanto ai parametri chiave per poter tornare verdi, cioè a una situazione in cui il virus non è più una minaccia, Ricciardi puntualizza: «Secondo me 4-5 parametri sono veramente importanti. Il primo è l'indice di contagio Rt, che ci dice quanto si sta accelerando e quando è inferiore a 1 significa che l'epidemia sta regredendo; il secondo è il numero assoluto» di casi; «il terzo è la percentuale di positivi sulla popolazione; e il quarto e quinto riguardano i servizi sanitari, cioè quante persone arrivano al pronto soccorso, quante vengono ricoverate e quante vanno in terapia intensiva. Dei 21 indicatori, direi che questi sono veramente importanti. Gli altri pescano da un'analisi completa di quelli che sono gli aspetti per il controllo della malattia. Per esempio, i parametri che riguardano la capacità di fare i test. Se non hai la capacità di farli, sei in una condizione di debolezza».

 Ancora Ricciardi: «Io immagino un Natale prudente, in cui avremo la possibilità, specie nelle regioni messe meglio, di avere un pò di mobilità. Ma sconsiglio cenoni affollati o incontri affollati, perché la circolazione del virus ci sarà ancora. Dovremmo fare celebrazioni sobrie. Abbiamo davanti due mesi o tre molto duri: almeno novembre e dicembre, forse gennaio. Poi credo si possa migliorare, arriverà un vaccino, una terapia specifica e anche una stagione climaticamente migliore». «Con queste misure eviteremo un lockdown nazionale», ha precisato, ma «dobbiamo prepararci a una lunga guerra di posizione. Se diciamo mezze verità e non ci approntiamo alla guerra con convinzione e uniti, paghiamo tutti quanti. E chi dice che le decisioni vengono prese sulla base di un'opinione politica e non sui numeri, è gente che divide il paese, invece che unirlo». 

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