Rapporto Censis, così cambia l'Italia al tempo del Covid: terrapiattisti, negazionisti e più poveri (anche al Nord)

Per il 20% degli italiani il 5G è uno strumento sofisticato per controllare le persone. Salute: il 40% si sente insicuro

Rapporto Censis, così cambia l'Italia al tempo del Covid: terrapiattisti, negazionisti e più poveri
Rapporto Censis, così cambia l'Italia al tempo del Covid: terrapiattisti, negazionisti e più poveri
di Francesco Bisozzi
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Venerdì 3 Dicembre 2021, 13:56 - Ultimo aggiornamento: 20:33

Boom della povertà: 2 milioni di famiglie italiane vivono in povertà assoluta, in aumento nel 2020 del 104,8% rispetto al 2010. Lo rileva il 55esimo Rapporto del Censis. Non solo. Preoccupa il fenomeno dei terrapiattisti ma ancora sono tanti a credere che il Covid non esista. Non solo. Per il 5,9% degli italiani (circa 3 milioni) il Covid non esiste e per il 10,9% il vaccino è inutile.

L'aumento della povertà più marcato al Nord

L'aumento della povertà è sostenuto soprattutto al Nord (+131,4%). Nelle Regioni del centro l'incremento è stato del 67,6%. Al Sud +93,8%. Tra le famiglie cadute in povertà assoluta durante il primo anno di pandemia, il 65% risiede al Nord il 21% nel Mezzogiorno e il 14% al Centro). Il rapporto evidenzia anche come la pandemia abbia accentuato il senso di vulnerabilità: il 40,3% degli italiani si sente insicuro pensando alla salute e alla futura necessità di dover ricorrere a prestazioni sanitarie. Preoccupa infine il fenomeno dei “terrapiattisti”. Sempre secondo il rapporto del Censis circa il 6% è convinto che la Terra sia piatta. Per il 10% l'uomo non è mai sbarcato sulla Luna. E ancora. Per il 19,9% il 5G è uno strumento sofisticato per controllare le persone.

 

Gli effetti collaterali della pandemia

«Accanto alla maggioranza ragionevole e saggia si leva un'onda di irrazionalità», osserva il rapporto. Si tratta secondo il Censis della spia di qualcosa di più profondo: «Le aspettative soggettive tradite provocano la fuga nel pensiero magico». Sui giovani studenti, dal punto di vista psicologico, «il prolungato periodo di pandemia ha provocato effetti collaterali non indifferenti», rileva ancora il rapporto. L'81,0% dei 572 dirigenti scolastici di scuola secondaria di secondo grado intervistati nell'ambito dell'indagine segnala che tra gli studenti sono sempre più diffuse forme di depressione e disagio esistenziale. Le conclusioni. Il rapporto sottolinea che «la società italiana è mutata e ha attraversato crisi ed emergenze con il continuo intrecciarsi.

Anche alla luce dei cambiamenti posti dalla pandemia. «È il tempo di un cronoprogramma serio», mette in chiaro il rapporto, «di riforme strutturali e dell'intervento pubblico con scelte coraggiose».

 

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