«Rape day», il videogioco choc che permette di stuprare e uccidere le donne

«Rape day», il videogioco choc che permette agli utenti di stuprare e uccidere le donne
«Rape day», il videogioco choc che permette agli utenti di stuprare e uccidere le donne
di Simone Pierini
2 Minuti di Lettura
Martedì 5 Marzo 2019, 22:37 - Ultimo aggiornamento: 22:56

Esiste un videogioco che permette agli utenti di stuprare e uccidere le donne. Si chiama «Rape day» ed è nato per pc. O almeno lo era fino a qualche ora fa quando, in seguito alla bufera che ne è scaturita, è stato sospeso dalla piattaforma Steam che lo avrebbe messo in circolazione dal prossimo aprile. La sua anteprima è rimasta a disposizione degli "appassionati" di videogiochi per circa tre settimane. Folle la sola idea di averlo creato, ancor peggiore è la descrizione del gioco per bocca dello sviluppatore Desk Plant. «Il gioco è rivolto al quattro per cento della popolazione, i sociopatici, contenti di interpretare un minaccioso assassino seriale durante un'apocalisse di zombie», le sue parole. 



Nel gioco le vittime preferite sono le donne, molestate, stuprate e poi uccise. «Potete Infastidire, uccidere e stuprare le donne mentre continuate la vostra storia - ha proseguito - È un mondo pericoloso senza leggi. Gli zombi si divertono a divorare la carne delle donne e a violentarle brutalmente. Tu sei lo stupratore più pericoloso della città». Su twitter alcuni screenshot mostrano l'aspetto inquetante del videogioco. Donne sottomesse a energumeri pronti a sfogare tutta la loro violenza. 
 

 

Un "romanzo" interattivo composto da oltre 500 immagini e più di 700 parole di testo. Il tema predominante è sempre lo stesso: «violenza, violenza sessuale, sesso non consensuale, linguaggio osceno, necrofilia e incesto». Il gioco è stato cancellato, probabilmente (speriamo) per sempre. Ma il solo fatto che sia stata resa disponibile un'anteprima ha scatenato diverse polemiche. «Disgustoso» è l'aggettivo più utilizzato dagli utenti che su twitter hanno mostrato tutto il loro dissenso, così come avvenne con Active Shooter, il simulatore di stragi scolastiche lanciato pochi mesi dopo la sparatoria in Florida che ha ucciso 17 persone.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA