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La ragazzina ha riferito di avere subito abusi sessuali da parte di entrambi. Soltanto alle sei del mattino, mentre i due dormivano, la ragazzina ha avuto la forza di recuperare il cellulare e scappare a casa dalla famiglia, che nel frattempo aveva denunciato la scomparsa ai carabinieri di Cantù. Lei non ha raccontato subito quello che era successo: solo lunedì pomeriggio, al ritorno da scuola, ha avuto la forza di parlare della violenza sessuale con la mamma.
La madre e due familiari sono subito andati a casa dei due, dove è nata una colluttazione che ha richiamato una pattuglia della Polizia. I due presunti violentatori sono stati portati in Questura, mentre la ragazza è andata in ospedale, dove i sanitari hanno confermato la violenza sessuale. Contestualmente i poliziotti hanno acquisito nell'appartamento teatro della violenza gli indumenti e le lenzuola che presentavano tracce evidenti. Sentito il Pm, la polizia ha disposto il fermo dei due.
«La violenza sessuale è uno dei reati più meschini che esistano.
Siamo arrivati addirittura, a Como, al rapimento e allo stupro di una bambina di 13 anni. I responsabili, due connazionali della giovane di 20 anni, meritano una pena esemplare». È questo il commento di Riccardo De Corato, Assessore a Sicurezza, Immigrazione e Polizia Locale di Regione Lombardia. «Si tratta di cittadini nigeriani regolarmente presenti in Italia: come previsto dalla legge quindi non venga più rinnovato loro il permesso di soggiorno, in quanto questo genere di reati sono ostativi a ogni tipo di rinnovo, e vengano rimpatriati. Il Governo, tra i tanti accordi per i rimpatri, ne ha fatti anche con la Nigeria? Mi auguro che gli aguzzini della minorenne scontino la pena senza alcun tipo di riduzione e dopo vengano immediatamente accompagnati all'aeroporto».