Quattro infermieri di Chioggia in volo per Parigi salvano un giovane dall'infarto: «Riconosciuto dal respiro pesante»

I quattro infermieri dell'ospedale di Chioggia hanno riconosciuto i segnali di un infarto e salvato un 32enne sul volo per Parigi

I quattro infermieri dell'ospedale di Chioggia
I quattro infermieri dell'ospedale di Chioggia
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Giovedì 14 Aprile 2022, 22:35 - Ultimo aggiornamento: 15 Aprile, 10:10

Soccorso ad alta quota per quattro infermieri dell’ospedale di Chioggia che hanno salvato un passeggero dall’infarto mentre erano su un volo Easy Jet diretti a Parigi per trascorrere una giornata di svago. Il fato ha voluto che l’assegnazione dei posti al check in li facesse sedere vicino a un 32enne. Tutti sulla stessa fila la 16: l’infermiera Katia De Bei, l’infermiere Riccardo Baldo, l’operatrice socio sanitaria Tiziana Cavallarin e l’infermiera Gina Valentino. Dietro di loro il passeggero di 32 anni sembrava riposare vicino al suo accompagnatore. Ma un leggero russare ha fatto scattare il campanello d’allarme. 

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«Ci giriamo tutti e quattro verso il giovane. Poi ci scambiamo uno sguardo d’intesa. Quel respiro pesante lo riconosciamo subito, non è un normale ronfare del sonno» racconta Baldo ripercorrendo i primi istanti. «Signore, Signore… Riesce a sentirmi? Si sente bene?» chiede Valentino. Nessuna risposta. Non è cosciente. Si alzano tutti e quattro e lo stendono di traverso su tre sedili. «Non sentiamo il polso, il respiro è debolissimo e capiamo che è in arresto cardiaco» raccontano. L'équipe comincia così a eseguire il massaggio cardiaco esterno, a mano, ma lo spazio è troppo stretto. Riescono con l’aiuto di un altro passeggero a stenderlo in corridoio.

De Bei strappa la camicia del giovane steso, per liberargli il torace. Valentino allerta l’assistente di volo chiedendo defibrillatore e forbici, per liberare meglio il torace dagli indumenti. Cavallarin spiega ai passeggeri la situazione e li tiene calmi. «In quel momento lo diamo per perso - ricostruisce Baldo - ma non ci diamo per vinti e continuiamo a eseguire il massaggio a mano, in attesa del Dae. Io calcolo che siano passati una decina di minuti e il cuore ricomincia improvvisamente a battere».

«Grazie e scusatemi, scusatemi di tutto» dice il giovane quando riprende conoscenza e si accorge di ciò che è accaduto.

Nel frattempo arriva anche la maschera dell’ossigeno a rinfrancarlo, mentre i sanitari clodiensi continuano a monitorare i parametri vitali e la pressione, fino all’atterraggio a Parigi. Ad attenderlo in Francia, in aeroporto, medici e infermieri del pronto intervento parigino. «Orgoglioso per la mia équipe, che senza saperlo è passata da una corsia di lavoro all’altra - dice il primario di Cardiologia di Chioggia Roberto Valle -, a ricordarmi che le vite e i cuori si salvano ovunque, non solo in ospedale».

«Un sanitario ha una caratteristica unica: rimane tale, a disposizione di chi sta male, in ogni momento, anche in vacanza. Complimenti, con orgoglio, a Riccardo, Katia, Tiziana e Gina. Hanno salvato una vita e credo non lo dimenticheranno mai». Così il presidente della Regione Veneto Luca Zaia si rivolge ai quattro infermieri della Cardiologia dell'ospedale di Chioggia. «Quattro ragazzi con grande cuore e prontezza, ma anche con grande professionalità - aggiunge - perché si sono accorti del malore solamente sentendo, con orecchio allenato, che respirava irregolarmente e hanno iniziato subito le manovre del caso, prima a mano e poi con l'aiuto di un defibrillatore nel frattempo messo a disposizione dall'equipaggio. Bravi loro e complimenti al reparto per il quale lavorano per le professionalità che sa esprimere». 

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