Pupetta Maresca, funerali vietati: autorizzata solo la benedizione della salma

La decisione della Questura, l'ex boss di camorra era morta a 86 anni

Pupetta Maresca, funerali vietati: autorizzata solo la benedizione della salma
Pupetta Maresca, funerali vietati: autorizzata solo la benedizione della salma
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Sabato 1 Gennaio 2022, 17:26

Funerali vietati per Assunta 'Pupetta' Maresca. La Questura, infatti, ha autorizzato solo la benedizione della salma presso il cimitero per l'ex boss di camorra morta mercoledì scorso a 86 anni.

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Nonostante il suo personaggio abbia ispirato film e fiction, Pupetta Maresca è morta in solitudine, quasi dimenticata, nella sua casa di Castellammare di Stabia (Napoli). Ieri solo una decina di donne si sono recate nella chiesa di S.

Antonio di Padova , dove avrebbero dovuto svolgersi i funerali, per recitare qualche preghiera di suffragio. Pupetta Maresca aveva portato sempre addosso l'etichetta di donna insofferente alle convenzioni e alla legge.

Attrice, cantante, vincitrice, da ragazza del titolo di miss locale, rimase incinta e sposò Pasquale Simonetti, detto 'Pascalone 'e Nola', il boss dei mercati ortofrutticoli, di cui rimase vedova pochi mesi dopo il matrimonio. Mentre era in attesa del primo figlio sparò ad Antonio Esposito, mandante dell' omicidio, e fu, condannata a 13 anni e 4 mesi di carcere. Tempo dopo si legò sentimentalmente al boss Umberto Ammaturo dal quale ebbe due gemelli, Roberto e Antonella. Questa nuova fase della sua vita fu funestata dalla morte del primo figlio, Pasqualino, che sparì' a soli 17 anni, forse vittima di lupara bianca.

Negli anni '80, poi, Pupetta Maresca fu protagonista di una vera e propria faida di camorra, con una guerra dichiarata al boss Raffaele Cutolo e alla sua Nuova camorra organizzata. Dopo quegli episodi, però, la donna si rinchiuse nella propria riservatezza e oggi i suoi legali, Gennaro e Carlo Pecoraro, tuonano: «Definire boss di camorra va contro la realtà, cristallizzata da provvedimenti giudiziari ormai definitivi, che tutti dovrebbero lealmente rispettare. Nei commenti su alcuni social media in modo ingiustificato e incivile si offende la memoria di una donna appena deceduta. Peggio ancora fanno taluni politici per ergersi a tutori di una legalità che si difende a parole, ma si calpesta nei fatti con esternazioni fondate su assunti smentiti in ogni sede processuale».

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