Caos in Piemonte, la regione sospende i ricoveri no Covid: «Non ci sono posti letto»

Caos in Piemonte, la regione sospende i ricoveri no Covid: «Non ci sono posti letto»
Caos in Piemonte, la regione sospende i ricoveri no Covid: «Non ci sono posti letto»
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Mercoledì 10 Marzo 2021, 20:37

Ora è caos in Piemonte per la pandemia di Covid-19: i malati gravi e i ricoverati sono troppi, quindi si sospendono i ricoveri per le altre patologie. L'unità di crisi della Regione ha infatti dato questa sera a tutte le aziende sanitarie del Piemonte nuove disposizioni riguardo i posti letto per pazienti Covid e no Covid. È stata disposta la sospensione temporanea dei ricoveri no Covid, escluse le urgenze e i ricoveri oncologici.

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Differite anche tutte le attività ambulatoriali, ad eccezione di quelle urgenti.

Esclusi dal provvedimento anche gli screening oncologici. L'obiettivo, in questo modo, è di passare dal 20% al 40% dei posti letto totali dedicati al Covid. La decisione è arrivata a causa dell'aggravarsi della pandemia e della necessità di ulteriori misure per garantire sufficienti posti letto a disposizione dei pazienti colpiti dal virus. 

Terapie intensive sature in Italia, superata la soglia critica

L'occupazione delle terapie intensive da parte di pazienti Covid in Italia torna a superare la soglia critica del 30%, salendo in 10 giorni del 6% e portando l'orologio indietro di due mesi, al livello di metà gennaio. Questo il quadro, pur caratterizzato da grandi differenze territoriali, che emerge dal monitoraggio dell'Agenas (Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali), in base al quale sono 11 finora le regioni in allerta, con picchi, dal 67% del Molise al 57% dell'Umbria, fino al 10-12 per cento di Valle d'Aosta e Sardegna.

A livello nazionale, in base ai dati del 9 marzo, le terapie intensive occupate da persone positive al Sars-Cov-2 arrivano ora a quota 31%, superando il livello oltre il quale risulta difficile poter curare adeguatamente altri pazienti non Covid. Rispetto ai dati del primo marzo si è passati dal 25% al 31% e a superare la soglia critica del 30% sono: Abruzzo (41%), Emilia Romagna (40%), Friuli Venezia Giulia (34%), Lombardia (43%), Marche (44%), Molise (67%), PA di Bolzano (39%), PA di Trento (54%), Piemonte (36%), Toscana (36%), Umbria (57%).

A crescere, secondo il monitoraggio Agenas è anche il numero dei posti letto per malati Covid nei reparti ospedalieri: il valore nazionale tocca quota 35%, ovvero +5% rispetto al primo marzo, ma comunque ancora sotto la soglia critica, definita in questo caso pari al 40%. A superarla sono 7 regioni: Abruzzo (45%), Emilia Romagna (47%), Lombardia (46%), Marche (54%), Molise (45%), Piemonte (42%) e Umbria (51%). L'indice di occupazione in rianimazione e in reparto, afferma Alessandro Vergallo, il presidente del sindacato degli anestesisti rianimatori ospedalieri (Aaroi-Emac), «è molto elastico e varia velocemente seguendo gli effetti positivi o negativi delle zone colorate più scure o chiare». Inoltre «assistiamo a un'estrema diversità regionale ad esempio il Molise, che era stato risparmiato nei mesi scorsi, sconta ora un sistema sanitario più debole anche sotto il profilo dei posti letto disponibili».

Se in alcune regioni non si rilevano sofferenze sul fronte della pressione dei pazienti Covid nelle strutture sanitarie, è «critica» invece la situazione nelle terapie intensive della Lombardia, dove «il numero continua a crescere», secondo Antonio Pesenti, il responsabile Terapie intensive della Regione Lombardia. «L'onda - spiega - è cominciata da dieci giorni, forse quindici. Il problema è che sta salendo ad una velocità importante e non sappiamo quando si fermerà». Tuttavia, ricorda, «prima del Covid, a Gennaio 2020, i letti di terapia intensiva disponibili totali erano 720. Sono stati aumentati di molto, a marzo siamo arrivati a 1.500 malati Covid ricoverati per un totale di circa 1.800 letti». 

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