Brindisi, paziente arriva in ospedale con larve di mosche e piaghe su tutto il corpo

Brindisi, paziente arriva in ospedale con larve di mosche e piaghe su tutto il corpo
di Nico Riva
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Martedì 29 Settembre 2020, 12:26

I medici dell'ospedale Perrino di Brindisi non riuscivano a credere come fosse sopravvissuta. Una donna di 61 anni è arrivata in ospedale in uno stato di incredibile degrado e malattia. La paziente, colpita da insufficienza renale cronica e scompenso cardiaco causati dall'obesità, non si lavava da anni, tanto che presentava perfino larve di mosche sul suo corpo. La donna aveva inoltre piaghe da decubito addirittura sui gomiti, una rarità che ha stupito i medici perché «indica un totale disinteresse nei confronti della persona». 

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La 61enne vive in provincia di Brindisi con il marito e il fratello, un sacerdote. Lo stato di salute della donna, accompagnata in ospedale dal marito, ha rivelato una totale incuria verso la sua persona. Secondo il parere dei medici, non solo la donna non si lavava da anni, ma non si è probabilmente mossa per interi mesi dalla stessa posizione. A testimoniare la loro ipotesi, le piaghe da decubito diffuse sul suo corpo, anche in punti dove difficilmente dovrebbero formarsi. 

«Per operare un cambio di posizione sul letto d’ospedale sono serviti 5 volontari. Un pessimo odore si è diffuso nella sua stanza tanto che abbiamo dovuto far circolare l’aria. La gestione del caso richiede un pronto intervento dei servizi sociali: non si può lasciare una donna in questo stato», hanno dichiarato dall'ospedale, secondo quanto riporta la Gazzetta del Mezzogiorno. I medici hanno sottolineato inoltre l'impossibilità, per il marito, di poter gestire da solo questa situazione. 

I dottori non riescono nemmeno a spiegarsi come abbia fatto, nelle sue precarie condizioni, a sopravvivere. La donna presenta infatti un quadro clinico sconcertante di valori completamente fuori dalla norma, infezioni gravi e la totale mancanza di autonomia dovuta all'obesità. «Bisogna che i servizi sociali intervengano per garantire un adeguato sostegno familiare, prima che sia troppo tardi».

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