Libia,pescatori in navigazione verso l'Italia dopo il sequestro: «Divisi e tenuti in gabbia al buio» Domenica l'arrivo a Mazara

Libia,pescatori in navigazione verso l'Italia dopo il sequestro: «Divisi e tenuti in gabbia al buio» Domenica l'arrivo a Mazara
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Venerdì 18 Dicembre 2020, 10:19

Sono in navigazione verso Mazara del Vallo i due pescherecci «Medinea» e «Antartide» con 18 uomini di equipaggio liberati ieri dal governo del generale Haftar dopo la missione lampo in Libia del premier Conte e del ministro degli Esteri Di Maio. Le imbarcazioni hanno lasciato il porto di Bengasi solo in nottata, un ritardo dovuto alla necessità di ricaricare le batterie dei motori rimaste ferme per 108 giorni dopo il sequestro avvenuto il primo settembre scorso. Per compiere la traversata nel Canale di Sicilia i due motopesca, che viaggiano alla velocità dieci nodi all'ora, dovrebbero impiegare all'incirca 48 ore. L'arrivo a Mazara del Vallo, dove ieri familiari e amici dei peascatori hanno festeggiato la liberazione, è previsto per domenica. 

La partenza è stata comunicata dal comandante del motopesca 'Medinea', Pietro Marrone, al suo armatore. Le due imbarcazioni faranno adesso rotta verso Mazara; l'arrivo è previsto nella giornata di domenica.

«L'ultima cella, dove abbiamo trascorso la notte prima di avere la notizia della liberazione, era buia.

Il cibo ci veniva portato in ciotole e non era buono. Abbiamo subito delle umiliazioni, pressioni piscologiche, ma mai violenze. Quando ci hanno detto che era il “giorno buono” non ci abbiamo creduto». Così Pietro Marrone, capitano della «Medinea», nel primo contatto via radio dopo la partenza dal porto di Bengasi col suo armatore Marco Marrone, racconta i 108 giorni trascorsi in Libia. Ancora Marrone: «In questi 108 giorni abbiamo cambiato quattro carceri in condizioni sempre più difficili. L'ultimo dove siamo stati era al buio, ci portavano il cibo con i contenitori di metallo. Abbiamo subito delle umiliazioni, pressioni piscologiche, ma mai violenze».

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