Pescatori dispersi tra le onde. Sulla spiaggia compare un cuore: «Fratello ti amo»

Pescatori dispersi tra le onde. Sulla spiaggia compare un cuore: «Fratello ti amo»
Pescatori dispersi tra le onde. Sulla spiaggia compare un cuore: «Fratello ti amo»
di Valeria BLANCO
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Giovedì 7 Febbraio 2019, 09:30 - Ultimo aggiornamento: 18:54

Strazio sulla spiaggia di Pescoluse, dove nella giornata di oggi è comparso il messaggio di Simona Piro, sorella del disperso Fabrizio Piro. Un grande cuore che batte mentre le speranze di ritrovare vivi i due pescatori dopo il naufragio di martedì notte, sono ormai ridotte al lumicino.

In mare, da martedì mattina, ci sono tre motovedette della Guardia Costiera e una della Guardia di finanza. Ieri l'area della ricerca è stata ampliata verso nord, per coprire ben più delle dieci miglia su cui i soccorritori si erano concentrati nelle prime 24 ore di ricerche. Ma di Fabrizio Piro, capobarca di 53 anni, e dell'operaio Damiano Tricarico, 43 anni, proprio non c'è traccia. Si continua a cercare: con la luce del giorno in azione entrano anche un Atr della capitaneria, altri due elicotteri e i sommozzatori dei vigili del fuoco, che ieri hanno effettuato le prime immersioni dopo che martedì avevano dovuto interromperle a causa del vento, del mare troppo mosso e dell'acqua torbida.

Le ricerche sono complicate dalle variazioni del vento: da Scirocco della notte della tragedia a Maestrale. I dispersi potrebbero essere stati spostati dalla corrente da Nord a Sud.

 

Ieri le condizioni meteomarine erano un po' migliori e - come fanno sapere dal reparto operativo della Capitaneria di porto di Bari, che coordina le operazioni di soccorso - si è potuto lavorare meglio. Purtroppo, però, dei due pescatori dispersi dalla mezzanotte di martedì non c'è alcuna traccia. Le correnti potrebbero aver trascinato i loro corpi lontano e, forse, il mare potrebbe non restituirli mai più. Certo, se i due fossero almeno su una zattera di salvataggio, forse si potrebbe ancora sperare per la loro vita, invece il freddo gelido di febbraio non lascia presagire nulla di buono. E si capisce dagli sguardi dei soccorritori e degli stessi pescatori, che anche ieri erano a Pescoluse a dare supporto alle ricerche, che ormai non si cercano più persone in vita. «Il mare ci deve ridare i loro corpi», mormorano gli amici e i parenti che anche ieri sono tornati a Pescoluse, incapaci di rimanere in casa. E non si rassegnano. Se non potranno avere indietro i loro cari, almeno pretendono un luogo su cui piangerli e su cui deporre un fiore.
Si cerca da più di 48 ore, si cercherà anche oggi. Fino allo sfinimento, notte e giorno. L'Aurora - un semicabinato di otto metri - era partita attorno alle 23 dal porticciolo di Torre Vado, dov'era ormeggiata. All'improvviso, attorno a mezzanotte, il vento forse è cambiato, governare la barca è diventato impossibile: un'onda anomala all'altezza di una secca ha fatto ribaltare l'imbarcazione, sbalzando fuori i tre pescatori. Cosimo Piro, 33 anni, figlio del capobarca, a Gallipoli noto come Mino, si è liberato delle scarpe e dei vestiti per non andare giù e ha sorretto a lungo il padre Fabrizio, cercando disperatamente di trascinarlo verso una secca, ma a circa 150 metri dalla riva un'onda glielo ha strappato di mano. Damiano, invece, era aggrappato a un'asse di legno. Ma non ce l'ha fatta a guadagnare la riva. Appena a Gallipoli si è sparsa la voce dell'accaduto, le barche si sono fermate e decine e decine di pescatori si sono ritrovati sulla spiaggia di Pescoluse, insieme con i parenti dei dispersi, a stringersi e a pregare.
L'Aurora, attorno alle 6 della stessa mattina del naufragio, è stata sputata fuori dal mare e ritrovata spiaggiata a Pescoluse, proprio di fronte a piazza Parco dei Gigli.
Ieri è stata portata via dalla spiaggia con una ruspa. Il pubblico ministero Donatella Palumbo sta intanto valutando la situazione, in attesa di aprire un fascicolo per naufragio colposo.

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