Taranto, pesca di frodo con le bombe: cinque arresti per disastro ambientale

Uno degli ordigni sequestrati ai pescatori di frodo
Uno degli ordigni sequestrati ai pescatori di frodo
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Martedì 26 Novembre 2019, 13:08 - Ultimo aggiornamento: 15:41

Si erano specializzati nella pesca di frodo con l'utilizzo di esplosivi. Alla fine, però, loro sono finiti nella rete della Guardia di Finanza e della Capitaneria di Porto di Taranto. Cinque tarantini, infatti, sono stati arrestati e collocati agli arresti domiciliari in esecuzione dell'ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip su richiesta della Procura della città pugliese.



I provvedimenti sono il punto di arrivo di una lunga e articolata attività di indagine partita dopo il ritrovamento di sette chili di esplosivo sui moli della città vecchia di Taranto. Quello si è rivelato il primo passo dell'inchiesta, battezzata "Tritone", con la quale i militari della Capitaneria e della Finanza hanno inquadrato una organizzazione dedita alla pesca di frodo.

Agli indagati vengono contestati i reati di “inquinamento ambientale” e “disastro ambientale”, per aver alterato in modo significativo e misurabile l’equilibrio di un ecosistema ricco e complesso come il Mar Piccolo di Taranto. Uno solo degli inquisiti risponde anche dell'accusa di di spaccio di sostanza stupefacente perché trovato in possesso di droga nel corso delle operazioni.

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