Va in pensione, ma era un errore del Ministero: costretta a tornare al lavoro a 70 anni

Va in pensione, ma era un errore del Ministero: costretta a tornare al lavoro a 70 anni
Va in pensione, ma era un errore del Ministero: costretta a tornare al lavoro a 70 anni
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Sabato 14 Maggio 2022, 12:05 - Ultimo aggiornamento: 16:16

Era andata in pensione, ma per un errore del Ministero della Giustizia: così Giannina Carboni, 70 anni, è stata costretta a tornare in ufficio a poche settimane dal suo addio ai colleghi. Accade a Pordenone dove Giannina, impiegata amministrativa della Procura della Repubblica, il 31 marzo scorso ha salutato tutti tra brindisi e buffet, perché convinta - dopo i calcoli del Ministero - di poter andare in pensione.

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Ma i conteggi dell'Inps hanno invece smentito il Ministero: «Signora, c’è stato un errore, domani deve tornare a lavorare. Andrà in pensione il primo settembre», le hanno detto qualche giorno fa. E lei senza fare una piega, racconta il quotidiano Il Gazzettino, ha risposto alla chiamata ed è tornata in ufficio per gli ultimi mesi che le mancano.

E senza alcuna intenzione neanche di fare causa: le basta recuperare lo stipendio che le hanno fatto perdere.

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Giannina, sarda di Villasimius trapiantata in Friuli, sapeva che sarebbe andata in pensione a fine marzo già dal 2016: ma lei amava il suo lavoro (era stata assunta nel 2014) e aveva scritto al ministero chiedendo di poter lavorare un anno in più. Richiesta però declinata, per via dell'età. Anche il procuratore Raffaele Tito ne aveva elogiato la «costanza e perseveranza che solo gli isolani sanno perfettamente esprimere», ma anche la cortesia, il suo modo di fare garbato e il sorriso con cui accoglieva tutti in ufficio.

L'errore alla base del calcolo, spiega Il Gazzettino, era dovuto ad un 'buco' contributivo dovuto al fatto che in uno dei suoi lavori in Sardegna (dirigeva una scuola di taglio e cucito) non le erano stati versati i contributi, per circa 30 anni. «Quando me ne sono accorta ho potuto recuperare solo 10 anni», le sue parole. Giannina si è accorta del problema quando sul conto corrente si aspettava l'accredito della pensione ma non ha ricevuto niente: ha chiamato l'Inps e le hanno spiegato che per via di alcuni codici sbagliati c'erano problemi sulla sua pratica, e successivamente il 2 maggio le hanno detto che la sua domanda di pensione era stata rigettata. I suoi colleghi le avevano detto: «Vieni a trovarci ogni tanto». Di certo non si sarebbero mai aspettati di rivederla alla sua scrivania poche settimane dopo.

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