Pedofilia e pedopornografia, smantellato un network italiano: 16 arresti

Pedofilia e pedopornografia, 16 arresti in altrettante province di tutta Italia
Pedofilia e pedopornografia, 16 arresti in altrettante province di tutta Italia
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Giovedì 15 Ottobre 2020, 15:13

Un vero e proprio network di pedofili, residenti in diverse zone d'Italia, che si scambiavano immagini e video pedopornografici. A scoprirlo e a sgominarlo sono stati gli uomini della Polizia postale di Venezia, impegnati in una lunga e complessa indagine coordinata dal Centro Nazionale di Contrasto alla Pedopornografia Online del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni di Roma.

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Sono 16 gli arrestati, tutti italiani, che utilizzavano il social Kik per scambiarsi messaggi e contenuti pedopornografici. La Polizia postale, nell'attività investigativa dell'operazione 'Cassandra', ha isolato la posizione dei singoli nickname recuperando per ognuno di loro il materiale condiviso ed estrapolando le connessioni Ip utili al prosieguo delle indagini. A quel punto una lunga e capillare attività di indagine fatta di ricerche Osint ha consentito di dare un nome ai nickname utilizzati in rete dai pedofili portandoli allo scoperto e fuori dall' anonimato della rete.

Il più «anziano» del gruppo ha oltre 60 anni, il più giovane 23. Si tratta di impiegati, camerieri, operai. Sequestrati migliaia di files da decine di smartphone e pc.

Le attività di perquisizione, anche informatica, effettuate dal personale della Specialità e coordinate dal Servizio di Polizia Postale e delle Comunicazioni, hanno fornito riscontri ampiamente positivi, consentendo di appurare il coinvolgimento dei soggetti individuati nel corso delle indagini. Nell'ambito dell'operazione, sono stati arrestati un sessantenne di Mantova, un trentenne di Brescia, un quarantenne di Modena e un cinquantenne trentino per la detenzione di ingente quantità di materiale pedopornografico.

In sede di perquisizione sono stati riscontrati canali Telegram già noti per lo scambio di materiale pedopornografico e connessi anche a casi di revenge porn per cui sono in corso ulteriori approfondimenti investigativi. Al termine delle attività è stato posto sotto sequestro, a disposizione dell'Ag procedente, un cospicuo numero di dispositivi informatici utilizzati dai soggetti per l'archiviazione e la veicolazione dei files immagine e video di natura pedopornografica unitamente a numerosi spazi cloud. 

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