Paolo Rossi, funerale a Vicenza di Pablito: il feretro portato in spalla dai compagni del Mundial di Spagna

Paolo Rossi, oggi a Vicenza l'addio a Pablito: in prima fila i compagni del Mundial di Spagna
Paolo Rossi, oggi a Vicenza l'addio a Pablito: in prima fila i compagni del Mundial di Spagna
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Sabato 12 Dicembre 2020, 08:20 - Ultimo aggiornamento: 18:23

Il giorno dell'addio a Paolo Rossi. Stamattina in duomo a Vicenza si sono svolti i funerali ai quali hanno preso parte anche i suoi compagni di squadra della Nazionale vincitrice dei campionati del mondo del 1982 in Spagna. Il Mondiale in cui Paolo Rossi divenne un eroe dopo la mitica tripletta contro il Brasile. La cerimonia funebre è stata trasmessa in diretta tv Rai e Sky Sport. 

 

Il feretro del Pallone d'Oro morto mercoledì scorso, portato a spalla dagli ex compagni della Nazionale. Nel Duomo di Santa Maria Annunciata a Vicenza Tardelli, Cabrini, Altobelli, Collovati, Oriali, i componenti di quell'Italia che Rossi, con i suoi gol, trasportò nell'ultima fase del torneo in Spagna. Presenti anche Bruno Conti, Paolo Maldini, il presidente Figc Gravina.

Tra le corone di fiori anche quella dell'Uefa. Sulla bara la maglia azzurra numero 20, quello che è diventato ormai mito.

Tutti in lacrime: in prima fila a portare la bara in chiesa Cabrini e Tardelli commossi. «Paolo, Paolo, Paolo», così i suoi tifosi hanno accolto l'arrivo del feretro di Pablito.

 

Il Comune di Vicenza ha proclamato il lutto cittadino con le bandiere a mezz'asta in segno di rispetto. Manifesti che sono stati appesi alle finestre, sui balconi, sugli alberi. Tra i tanti giunti a Vicenza per l'ultimo saluto, Marco Tardelli, che si è trattenuto a lungo davanti alla bara con Federica Cappelletti, la moglie di Rossi, e le loro due figlie, e il tecnico della Fiorentina, Cesare Prandelli. Ci sono anche Conti, Cabrini, Altobelli e Antognoni. In chiesa Roberto Baggio in lacrime. Commovente il ricordo di Antonio Cabrini dall'altare. "Sappi che io non ti lascio andare: ciao Paolo". «Non ho perso solo un compagno di squadra, ma un amico e un fratello. Insieme abbiamo combattuto, vinto e a volte perso, sempre rialzandoci anche davanti alle delusioni. Siamo stati parte di un gruppo, quel gruppo, il nostro gruppo. Non pensavo ti saresti allontanato così presto, ma che avremmo camminato ancora tanto insieme». 

L'OMELIA IN CHIESA

«Paolo ha vissuto la malattia con il garbo e la discrezione di sempre. La sua grandezza è stata di essere un fuoriclasse, ma mai un personaggio. Ora ti allenarsi nella Coverciano del cielo». Così il sacerdote nell'omelia durante il funerale di Paolo Rossi. «Proviamo a raccontare Paolo come cristiano - ha proseguito - In una recente intervista diceva 'appartengo ad una generazione per la quale i valori cristiani erano importanti. È stato chierichetto. Ha iniziato a giocare nella squadra messa su del prete della parrocchia. Una settimana in seminario gli è bastata a fargli capire che quella non era la sua strada. Non sono un bigotto e credo fermamente che siamo di passaggio su questa terra, per preparare una vita futura. La sua fede era fatta di quotidianità, di gentilezza, rispetto, semplicità ed umiltà».

«Dopo la vittoria del mondiale in Spagna gli chiesero qual'era stato il momento più bello. 'La finale della finalè - rispose - 'Durante il giro del campo con la coppa in mano mi vengono i crampi - raccontava -. Mi siedo su un cartellone pubblicitario e vedo sugli spalti la gente che si abbraccia. Questo fu il momento più bello, vedere la gioia che avevamo dato agli italianì. »Astuto come un serpente in campo ma in tutta la sua vita semplice come una colomba, così era Paolo« ha concluso

«Per me è un amico, un amico sincero: non riesco a trovare le parole, non l'ho ancora accettato» ha detto l'ex selezionatore azzurro. Che poi, commentando la fila di gente fuori dello stadio, ha aggiunto: «È la testimonianza di come ha vissuto Paolo la propria professione, e la gente viene a salutare Paolo, non il calciatore. È riuscito come pochi al mondo a riprendersi da momenti sempre difficili ricordando i valori dell'amicizia. Non è mai stato un personaggio, lo è diventato perché nel calcio ha fatto quello che ha fatto. Come persona è sempre stato di grande umanità e sensibilità».

«Lui è stato prima il mio eroe quando ha vinto il mondiale del 1982 e io ero un ragazzo di 14 anni. Poi è stato un esempio come compagno di squadra al Milan nel 1985, dove era così gentile di riaccompagnarmi a casa in macchina dopo l'allenamento perché io non avevo la patente». Questo il ricordo di Paolo Rossi da parte di Paolo Maldini prima dei funerali dell'eroe azzurro del 1982 nel Duomo di Vicenza. 

A Vicenza stanno già pensando di dedicargli il Viale che porta allo stadio. Prima dell'apertura della camera ardente, era arrivata anche la prima moglie di Rossi, Simonetta Rizzato, con il figlio Alessandro.

La Lega Serie A e tutte le società ricorderanno e renderanno omaggio a Paolo Rossi attraverso una serie di iniziative in occasione del prossimo turno di campionato. I calciatori scenderanno in campo con il lutto al braccio e prima del calcio d'inizio di ogni partita sarà osservato un minuto di raccoglimento, al termine del quale sarà diffuso un audio storico che ricorderà le gesta dell'ex attaccante al Mondiale del 1982.

 

LA CAMERA ARDENTE ALLO STADIO MENTI

Una lunga fila, ininterrotta, di tifosi, ha sfilato a Vicenza dalle 15 di venerdì davanti al feretro di Paolo Rossi, posto sul tappeto erboso dello stadio Romeo Menti, per l'ultimo saluto all'indimenticato centroavanti della gloriosa Lanerossi Vicenza.

Prima dell'apertura della camera ardente ai tifosi, alle 15, la moglie Federica, assieme ai due figli, si era intrattenuta qualche minuto davanti alla bara di legno chiaro coperta dalla grande corona di rose bianche e sulla quale è stata posta la sua maglia biancorossa con il numero 9 e la scritta 'Ciao Paolo. Per sempre con noi...'. Poco prima dell'apertura della camera ardente, la moglie Federica, accompagnata dalle due figlie, si è trattenuta davanti alla bara in legno chiaro.

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