Droga, maxiblitz a Palermo: le donne dei clan sostituivano gli uomini arrestati. «Spaccio anche davanti ai bambini»

In totale ben 58 misure cautelari. Le organizzazioni proseguivano la loro attività con madri e mogli degli arrestati che tenevano i contatti per lo spaccio

Palermo, decine di arresti per droga: le madri e le mogli dei clan sostituivano gli uomini arrestati
Palermo, decine di arresti per droga: le madri e le mogli dei clan sostituivano gli uomini arrestati
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Martedì 2 Novembre 2021, 10:19 - Ultimo aggiornamento: 11:29

Decine di arresti e un totale di 58 misure cautelari. Un maxi-blitz a Palermo ha permesso di bloccare il traffico di droga dei clan, che andava avanti nonostante i vertici dell'organizzazione fossero già in carcere. A tenere in piedi il sistema di spaccio, infatti, c'erano le mogli e le madri di vari arrestati.

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Droga, blitz a Palermo: 58 misure cautelari

Il blitz è avvenuto nel quartiere Sperone, periferia Est della città. I militari della Compagnia Carabinieri di Palermo San Lorenzo hanno eseguito 58 provvedimenti cautelari (37 in carcere, 20 domiciliari e un obbligo di presentazione alla pg) emessi dal gip del tribunale di Palermo con l'accusa di associazione finalizzata al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti e spaccio di sostanze stupefacenti. Le indagini dei Carabinieri sono state coordinate dal procuratore aggiunto della Dda Salvatore De Luca. 

Droga, blitz a Palermo: dopo gli arresti, spaccio gestito dalle donne dei clan

Due i canali di approvvigionamento degli stupefacenti, gestiti da tre degli odierni indagati, con precedenti penali e ritenuti vicini a cosa nostra. Nel corso delle indagini è stato ricostruito l'organigramma dell'associazione, con un vertice che gestiva il rifornimento, le strategie di spaccio e raccoglieva i proventi dell'attività, da cui dipendevano tre distinte compagini criminali, ognuna con a capo una famiglia che organizzava autonomamente la propria «piazza di spaccio» e impartiva precise direttive ai propri pusher. Un ruolo fondamentale è stato riconosciuto alle madri, alle mogli e alle conviventi dei capi, le quali collaboravano nella direzione delle attività criminali, nei contatti con i fornitori e nel tenere la contabilità dello spaccio, pronte anche a subentrare, all'occorrenza, per garantire continuità all'attività illecita in caso di arresto di uno dei promotori.

Droga, blitz a Palermo: così l'attività continuava nonostante gli arresti

L'organizzazione aveva a disposizione magazzini e appartamenti, in cui i sodali si riunivano per decidere le strategie, spartirsi i proventi o rifornire i pusher. Queste 'basi' venivano utilizzate per lo stoccaggio di marijuana e hashish o come laboratori per «cucinare» la cocaina per la produzione di crack. I profitti venivano redistribuiti per il sostentamento delle famiglie dei detenuti e il pagamento delle spese legali; i pusher erano organizzati su turni h24 per garantirne la piena attività anche durante le ore notturne, con direttive precise sui punti dei cortili condominiali dove occultare lo stupefacente e sulle modalità di consegna agli acquirenti. Le piazze di spaccio garantivano ai tre clan profitti, stimati nell'ordine di 1,5 milioni di euro su base annua. Nel corso dell'attività sono già state arrestate in flagranza di reato 37 persone, segnalate alla prefettura 56 tossicodipendenti e sequestrati circa 3 kg di stupefacente e oltre 6.000 euro in contanti.

Droga, blitz a Palermo: lo spaccio anche davanti ai bambini nelle scuole

I baby pusher del quartiere Sperone di Palermo assistevano con «disinvoltura» allo spaccio di droga vicino alla scuola elementare. È quanto scrive il gip del Tribunale Fabio Pilato nell'ordinanza di custodia cautelare che allì'alba ha portato all'arresto di 57 persone. L'organizzazione operava «avvalendosi di soggetti minorenni o in presenza di bambini che vi assistono, con incredibile disinvoltura, sia in strada che all'interno delle abitazioni», scrive il gip. «Il valore degli elementi probatori acquisiti grazie alle immagini riprese dalle telecamere è stato confortato e sensibilmente accresciuto dalla captazione delle conversazioni avvenute all'interno degli appartamenti di Altieri e di Nuccio, poiché il tenore di quelle comunicazioni tra gli indagati è risultato altamente significativo in ordine alla comprensione delle dinamiche, delle gerarchie e della ripartizione delle funzioni e delle responsabilità all'interno dell'associazione».

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