Padri che uccidono i figli, alcuni dei casi in Italia

Padri che uccidono i figli, alcuni dei casi in Italia
Padri che uccidono i figli, alcuni dei casi in Italia
di Salvatore Maria Ferrarelli
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Martedì 22 Maggio 2018, 09:52
Uccidere la prole è un gesto contro natura. Spesso tragedie familiari che culminano con un omicidio vedono il padre come responsabile del vile atto. Si da la colpa allo stress o alla rabbia che sfocia in raptus omicidi ma non è proprio così quello che succede. Gli elementi più deboli della famiglia sono i figli, e i padri sanno che colpendo loro colpiscono anche la madre che è la principale vittima dell'omicidio.
Nel 2016 gli omicidi di carattere familiare sono stati 46, un dato che rispetta la forte decrescita degli omicidi in generale. Dieci anni fa, diversamente da oggi, gli omicidi con l'uccisione di un membro familiare erano il doppio.
In Italia le tragedie di questa natura esistono ma di certo i numeri non sono paragonabili a quello che succede in alcuni paesi dove i parricidi sembrano essere un atto giustificato; dai figli e figlie musulmane che perdono la vita perchè non accettano i metodi ortodossi della propria religione agli sconvolgenti casi di violenza domestica il fenomeno resta ancora difficile da analizzare psicologicamente.
 
 



Siamo in provincia di Latina il 28 febbraio scorso, dove un carabiniere di 43 anni, Luigi Capasso ha ferito con un'arma da fuoco la moglie e ha ucciso le due figlie di 8 e 13 anni. Capasso, dopo ore di trattative, si è ucciso lasciando lettere e averi ai familiari.

Il 21 ottobre 2017 Faycal Haitot, citatdino italiano di origine marocchina, di 49 anni ha incendiato la propria abitazione uccidendo i quattro figli. L'italo marocchino è stato ritrovato carbonizzato nell'abitazione di Como.

A San Giovanni la Punta, in provincia di Catania, il 22 agosto 2014 Roberto Russo prima uccide la figlia più piccola di 12 anni, successivamente lascia in fin di vita la figlia più grande di 14 anni e infine tenta di suicidarsi invano perchè fermato in tempo dalle forze dell'ordine.

Era il 14 giugno del 2014 quando a Motta Visconti (MI) Carlo Lissi ha ucciso i due figli di tenera età e la moglie. L'omicidio, confermato dallo stesso Lissi, è stato commesso così l'uomo poteva ricominciare una nuova vita con l'amante.

Ha ucciso le due figlie gemelline, Livia e Alessia, Mattia Schepp prima di togliersi la vita a Cerignola (FG). Il 44enne italo francese si stava separando dalla moglie e ha deciso di farla finita gettandosi sotto un treno in corsa.

Nella cittadina Umbra di Spoleto, il 6 novembre 2012, un muratore marocchino, Mustapha Hajjaji, uccide i due figli, Ahmed e Jihane, di 8 e 12 anni, nella casa della moglie dalla quale si stava separando.

L'11 febbraio 2014 Michele Graziano ha accoltellato a morte i due figli Elena di 9 anni e Thomas di 2 e poi ha tentato il suicido nella sua casa a Giussano, in provincia di Monza-Brianza. Sembra che l'uomo soffrisse di depressione dovuta alla seconda separazione che stava vivendo.

A Collemarino, provincia di Ancona, quando Luca Giustini, 34enne, nell'agosto del 2014 uccide la figlia Alessia di 18 mesi lo giustifica perchè "una voce interiore mi ha detto di farlo", confessa ai magistrati.

Nel gennaio del 2016 Maurilio Palmerini, 58 anni, ha ucciso a morte i due figli di 13 ed 8 anni e si suicida a Castiglione del Lago (Perugia).

Gennaro Iovinella, disoccupato di 50 anni, uccide la moglie ed il figlio Luigi, di appena tre anni, soffocandolo nel letto, e poi si impicca. La coppia si stava separando. Il delitto è avvenuto il 5 dicembre 2016 in provincia di Napoli.

Così arriviamo a ieri, nella località balneare di Francavilla (Ch) un uomo ha tenuto col fiato sospeso tutta Italia perchè dopo aver lanciato la figlia 12enne dal cavalcavia si è lanciato nel vuoto dopo ore di trattative. Nella mattinata la moglie dell'uomo era caduta dal balcone della loro abitazione.
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