Otranto, il sindaco sfrattato dal suo stesso Comune dalla casa popolare: «Farò ricorso»

Otranto, il sindaco sfrattato dal suo stesso Comune dalla casa popolare: «Farò ricorso»
Otranto, il sindaco sfrattato dal suo stesso Comune dalla casa popolare: «Farò ricorso»
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Martedì 18 Maggio 2021, 22:30

Un caso decisamente singolare, quello del sindaco di Otranto che viene sfrattato dal suo stesso Comune e si trova costretto ad abbandonare la casa popolare in cui la sua famiglia vive da diverse generazioni. Pierpaolo Cariddi, primo cittadino del comune pugliese, non ci sta e annuncia il ricorso.

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Lo sfratto dalla casa popolare è arrivato dall'Ufficio Affari generali del Comune di Otranto. Nell'abitazione avevano vissuto prima la nonna, poi la madre e infine il sindaco con la sua famiglia, fino al gennaio scorso. L'unica residente, al momento, è la figlia di Pierpaolo Cariddi, che rimane promissario acquirente dopo che nel 1999 le palazzine popolari erano state messe in vendita. «Non stiamo parlando di una reggia, ma di una casa di 45 metri quadri. Io mi sono trasferito quando sono subentrate esigenze diverse ma avevo manifestato interesse a comprarla, avevo anche dato un anticipo» - spiega il sindaco di Otranto - «L'Arca, l'agenzia per le case popolari, non ha mai fatto la stipula del contratto perché qualcuno aveva fatto piccoli abusi che ha dovuto nel tempo sanare. Ed è solo per quel motivo che non ho completato l'acquisto, ma nel frattempo, come tanti altri, l'ho ristrutturata a mie spese».

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Rimborso ai clienti»

Dopo anni di manutenzione a spese dei residenti, tutto sembrava pronto per definire l'acquisto. Poi, però, racconta ancora Pierpaolo Cariddi, «un deputato dei 5 Stelle ha scoperto questa situazione sulle case popolari e l'ha data in pasto ai giornali. A quel punto Arca, spaventata, ha deciso di non venderla più e di fare un provvedimento di sfratto. Così forse per un altro assegnatario. Ci sono però ancora persone che continuano ad avere un reddito che consente di rimanere e poter poi riscattare la casa, mentre per me hanno deciso che non ho più i requisiti. Non lo trovo giusto, i requisiti andavano verificati quando sono diventato promissario acquirente e ho versato i soldi dell'anticipo».

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Si arriva così alla beffa per il sindaco di Otranto, con l'atto del Comune che ha notificato lo sfratto il 10 maggio scorso. «Io, come sindaco ho sollecitato i gli uffici e il segretario comunale a procedere in modo che nessuno possa accusarmi di nulla. Poi mi difenderò nel giudizio civile, forse al Tar, per quello che ritengo un diritto acquisito» - continua Pierpaolo Cariddi - «Mi dispiacerebbe perdere la casa, ci ho abitato io e i miei familiari per anni, c'è anche un valore affettivo, l'ho ristrutturata due volte ma non mi straccerò le vesti se dovessi soccombere».

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