I colleghi gli avevano comunicato che la banda in cerca di “oro grigio” era in azione in questi giorni. Lui, l’imprenditore Antonello Collavo, ha messo in atto tutte le misure necessarie: ha controllato con un tecnico l’allarme con 32 sensori e, per una notte, si è anche fermato a dormire in azienda per evitare il furto. Tutto inutile. Ieri notte la Mictu srl, azienda che produce utensili speciali e di precisione nella zona artigianale di Quero Vas (Belluno), è finita nel mirino dei ladri di tungsteno. In azione intenditori del cosiddetto oro grigio, ovvero metallo duro, utilizzato per la costruzione di utensili, che costa anche 200 euro al chilogrammo. Hanno rubato alcune barre cilindriche di metallo del tipo “Widia”: il bottino è ancora da quantificare, ma si parla di migliaia di euro. Un colpo simile era avvenuto circa un anno fa, il 10 febbraio 2020, sempre alla Mictu da parte di ladri rimasti ignoti: in quel caso il bottino era di 50mila euro. Sul furto-bis indagano i carabinieri del Norm della Compagnia di Feltre, che hanno sequestrato anche una chiave inglese lasciata a terra da chi ha agito.
IL COLPO
È stato un dipendente dell’azienda, che ieri mattina ha aperto il capannone alle 6, ad accorgersi del colpo.
IL TITOLARE
«È molto probabile che siano le stesse persone che colpirono un anno fa - dice sconsolato il titolare della Mictu, Antonello Collavo -, perché si sono mossi con consapevolezza all’interno del capannone. Eppure 4 giorni fa, quando un mio collega di Vicenza mi avvertì che c’era stato un furto di questo materiale, abbiamo fatto le prove, e sembrava impossibile eludere i sensori». Collavo era anche rimasto a dormire in azienda: «Una notte dopo la segnalazione sono rimasto qui, ho cercato in tutti i modi di evitare questo furto. Poi però mi sono detto: non posso stravolgere la mia vita e dormire qui per sempre e sono tornato a casa la notte successiva». E dopo un paio di giorni il furto. «Sono entrati sfondando un vetro antisfondamento con una chiave. È qualcuno di esterno - prosegue - : infatti non ho alcun sospetto sul mio personale, ci metto la mano sul fuoco sono tutte persone fidatissime». Una banda specializzata arrivata da fuori quindi: il rebus dovrà essere risolto dai carabinieri.