Orlando, suicida a Torino a 18 anni. La mamma: «Era oppresso, non depresso. Devono pagare per quello che hanno fatto». Si indaga per omofobia

Orlando, suicida a Torino a 18 anni. La mamma: «Era oppresso, non depresso. Devono pagare per quello che hanno fatto»
Orlando, suicida a Torino a 18 anni. La mamma: «Era oppresso, non depresso. Devono pagare per quello che hanno fatto»
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Lunedì 28 Giugno 2021, 13:36

«Mio figlio non era il tipo di ragazzo capace di fare una cosa del genere. Sono sicura che non fosse depresso, ma oppresso: c'è una bella differenza». Parla così Anna Scenci, la mamma di Orlando Merenda, il 18enne di Torino che si è suicidato gettandosi sotto un treno e che sarebbe stato vittima di insulti e minacce omofobe sui social. Proprio per questo, la Procura di ha aperto un'inchiesta per bullismo e omofobia.

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Al Corriere della Sera, la mamma di Orlando sostiene che qualcuno possa aver spinto il figlio a togliersi la vita: «Lo hanno bullizzato e devono pagare per quello che hanno fatto. Hanno spezzato una giovane vita e l'hanno tolta anche a me. Domenica aveva chiamato tutti i parenti per salutarli per l'ultima volta e si è confessato in chiesa. In questi giorni anche i suoi amici mi hanno fatto capire che era successo qualcosa e non riesco a pardonarmi per non averlo capito».

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«Io purtroppo ero lontana e non potevo accorgermi di nulla, ma lui non mi avrebbe detto niente per non farmi preoccupare. Sapeva che avrei fatto succedere il finimondo, io e lui ci capivamo al volo, non mi ha mai parlato esplicitamente della sua omosessualità perché lo avevo capito ancora prima che lo capisse lui. Quando una volta stava per affrontare l'argomento, gli ho detto che non mi doveva spiegazioni e che ciò che lo rendeva felice avrebbe fatto felice anche me. Era un pezzo del mio cuore, ho cercato di non lasciarlo mai solo ma purtroppo non è bastato» - racconta ancora mamma Anna, che dopo la separazione dal marito vive in Calabria - «Ci siamo sentiti per l'ultima volta quella domenica, durante la nostra solita videochiamata. Era tranquillo, ma qualche giorno prima mi aveva detto "mamma, sento un dolore al petto". Forse era una richiesta d'aiuto, ma in quel momento ho pensato alla sua ipocondria cronica».

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La mamma di Orlando parla anche dei sogni del figlio: «Voleva aprire un centro estetico, del resto noi siamo una famiglia di parrucchieri. Si era iscritto all'alberghiero ma quella scuola non gli è mai piaciuta. Quando veniva a trovare mia sorella e poteva darle una mano nel salone era felicissimo, si sentiva una principessa. Per me, che ho solo la terza media, era una gioia vederlo così, ma nel 2021 ci sono ancora persone cattive, che non riescono ad accettarlo. E devono pagare». Sull'inchiesta della Procura, invece, mamma Anna spiega: «Con i suoi amici e amiche si ritrovava in piazzetta a Mirafiori, ma poi ci sono i social e le chat. Io ero lontana, posso solo chiedere giustizia. Orlando era un ragazo dolce e pieno di amici, non si può morire così a 18 anni. Non ero riuscita a venire per il suo compleanno, lui mi avrebbe dovuto raggiungere in Calabria: non vedevamo l’ora di rivederci e adesso non sarà più possibile. Non riesco a crederci, lo sento ancora vicino a me».

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