Open Arms, sì allo sbarco a Lampedusa di altri 4 migranti: «A bordo fanno i bisogni dove mangiano»

Open Arms, sì allo sbarco a Lampedusa di altri 4 migranti: «A bordo fanno i bisogni dove mangiano»
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Venerdì 16 Agosto 2019, 09:32 - Ultimo aggiornamento: 20:21

Dallo scontro politico interno e internazionale sulla Open Arms, che sosta  davanti a Lampedusa anche se non ha il permesso di attraccare, all'apertura di un fascicolo da parte della magistratura.

La Procura della Repubblica di Agrigento ha infatti aperto un fascicolo d'inchiesta - a carico di ignoti - per sequestro di persona sulla vicenda della Open Arms. Si tratta di un «atto consequenziale» dopo che in Procura è arrivato l'esposto formalizzato dai legali della ong spagnola. Gli avvocati hanno chiesto di procedere per sequestro di persona, violenza privata e abuso in atti d'ufficio. La Procura ha confermato anche la presentazione di un esposto nei confronti del prefetto di Agrigento, Dario Caputo, da parte dell'associazione giuristi democratici, che ha chiesto di valutare eventuali ipotesi di «violazioni commissive o omissive» di rilievo penale dopo l'ordinanza del Tar del Lazio sulla gestione dello sbarco dei migranti.

l fascicolo per sequestro di persona, aperto nelle ultime ore dalla Procura della Repubblica di Agrigento, è il secondo sul caso Open Arms. Il primo, sempre a carico di ignoti, era stato aperto per l'ipotesi di reato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, domenica scorsa. A coordinarli è il procuratore aggiunto Salvatore Vella. Il primo fascicolo è usuale: viene aperto ad ogni sbarco fatto in autonomia dai migranti o con il soccorso delle Ong o delle unità militari. I migranti già sbarcati dalla Open Arms e poi anche gli ultimi di queste ore verranno sentiti, dal personale della Squadra Mobile della Questura di Agrigento, per cercare di identificare possibili scafisti.

Il Viminale
Il Viminale ha dato mandato all'Avvocatura dello Stato di impugnare la decisione del Tar a proposito del divieto di ingresso in acque territoriali per la Open Arms. Lo riferiscono fonti del Viminale. 

L'Europa
Al momento «nessun paese europeo» ha fatto «passi formali» per accogliere i migranti a bordo della Open Arms. È quanto sottolineano fonti del Viminale dopo che ieri il premier Conte aveva detto che 6 paesi - Francia, Germania, Romania, Portogallo, Spagna e Lussemburgo - avevano fatto sapere di essere disponibili ad accogliere le persone a bordo. L'Italia, aggiunge il Viminale «sta ancora aspettando che altri Stati mantengano la parola data e prendano in carico quanti promesso in passato».

In serata l'Europa la Commissione Europea ha tuttavia chiarito avvertito che non può iniziare a occuparsi della distribuzione dei migranti della Open Arms fra i paesi che si sono offerti di accoglierli fino a quando non verrà indicato il porto di sbarco. «È chiaro che non possiamo distribuire i migranti se non c'è uno sbarco», ha la portavoce della Commissione per le questioni dei migranti, Tove Ernst. «Possiamo procedere con il coordinamento formale sul terreno e l'appoggio agli Stati membri per la distribuzione solo quando i migranti saranno effettivamente sbarcati», ha spiegato la portavoce, sottolineando che l'Ue non ha competenza per indicare il porto di sbarco e che sta «lavorando con gli Stati membri per trovare una soluzione». «Questo - ha aggiunto - può contribuire a far sì che uno stato membro accetti lo sbarco». Sono sei i paesi europei che si sono detti disponibili ad accogliere i migranti soccorsi in mare dalla Open Arms: Francia, Germania, Lussemburgo, Portogallo, Romania e Spagna. 

I migranti
Nel fratempo altre quattro persone sono state fatte sbarcare la scorsa notte per ragioni mediche. Lo fa sapere con un tweet la stessa Ong, che parla di 3 persone e di un accompagnatore fatti scendere a terra «per complicazioni mediche che richiedono cure specializzate». «Tutte le persone a bordo devono essere fatte sbarcare urgentemente. L'umanità lo impone», ribadisce Open Arms. «Giorno 15. Viviamo a bordo un'agonia insopportabile. 6 evacuazioni di emergenza in 2 settimane di calvario. Terra in vista e nessuna soluzione. I diritti delle 134 persone vengono calpestati ogni minuto di più. Se la politica europea non sa trovare soluzioni, chi deve farlo?». Così, sui social, la nave Open Arms.

La situazione generale vede condizioni igienico-sanitarie pessime: spazi non idonei a ospitare un così ingente numero di persone.

I naufraghi vivono ammassati gli uni sugli altri, non c'è possibilità di deambulare, sono presenti solo due bagni chimici e spesso i naufraghi sono costretti a espletare i loro bisogni fisiologici nello stesso spazio in cui dormono e mangiano». È quanto si legge nella relazione, in possesso dell'ANSA, firmata dal medico Katia Valeria Di Natale e dall'infermiere Daniele Maestrini dello staff Cisom.
«Dei 13 naufraghi fatti sbarcare dalla Open Arms solo uno aveva una otite, gli altri non avevano alcuna patologia come abbiamo accertato in banchina. Infatti, sono stati tutti condotti nell'hotspot», dice il responsabile del Poliambulatorio di Lampedusa, Francesco Cascio.

 Nel frattempo, ieri, era stato autorizzato lo sbarco per 5 dei migranti che da 14 giorni si trovano a bordo della nave. Lasciano la Open Arms per motivi psicologici e perché bisognosi di soccorsi sanitari. Ad accompagnarli 4 familiari, quindi complessivamente sono nove persone. La Open Arms resta, intanto, a circa 150 metri dalla costa di Lampedusa.

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