L'Italia omofoba, una persona Lgbt su quattro è vittima di ricatti e minacce

L'Italia omofoba, una persona Lgbt su quattro è vittima di ricatti e minacce
di Domenico Zurlo
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Martedì 18 Maggio 2021, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 09:46

Mentre in politica divampa il dibattito sul ddl Zan, l’Italia si scopre omofoba. Secondo i dati raccolti nell’ultimo anno dal servizio del contact center Gay Help Line, sono infatti in aumento nel nostro Paese ricatti, minacce, mobbing e discriminazione sul lavoro, anche sul web.

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I dati sono allarmanti: oltre il 60% degli oltre 20mila giovani che chiamano ogni anno la linea telefonica ha tra i 13 ed i 27 anni.

E durante la pandemia, i ricatti e le minacce subiti dalle persone Lgbt dall’11% sono schizzati al 28%; i casi di mobbing e discriminazioni sul lavoro dal 3% sono lievitati fino al 15%. A tutto ciò si aggiunge che il 30% degli studenti Lgbt ha subìto episodi di cyberbullismo e attacchi di odio online. Per i più giovani le discriminazioni iniziano in famiglia: un utente su due ha iniziato ad avere problemi dopo essersi dichiarato ai genitori, percentuale che sale al 70% per i giovani trans. Ben il 36% dei minori ha visto il rifiuto da parte dei familiari o dei propri pari, mentre il 17% dei maggiorenni ha perso il sostegno economico dalla famiglia.

Un quadro a tinte fosche, che emerge nella 31 Giornata Internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia: nel 2021, secondo Ilga Europe, l’Italia scende al 35° posto in Europa per le politiche a tutela dei diritti umani e dell’uguaglianza delle persone Lgbt+. E altri dati poco confortanti arrivano da Arcigay, secondo cui si consuma una violenza di stampo omotransfobico ogni tre giorni. In occasione della Giornata contro l’omofobia il presidente della Repubblica Mattarella ha sottolineato la necessità di «ribadire il rifiuto assoluto di ogni forma di discriminazione e di intolleranza.

La ferita inferta alla singola persona offende la libertà di tutti». «Le attitudini personali e l’orientamento sessuale - afferma il Capo dello Stato - non possono costituire motivo per aggredire, schernire, negare il rispetto dovuto alla dignità umana. Disprezzo, esclusione nei confronti di ciò che si ritiene diverso da sé, rappresentano una forma di violenza che può spingere verso fanatismi inaccettabili».

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