Omicron, parla il paziente zero: «Tornerò a viaggiare, non ho paura. Il vaccino è la mia arma»

Omicron, parla il paziente zero: «Tornerò a viaggiare, non ho paura. Il vaccino è la mia arma»
Omicron, parla il paziente zero: «Tornerò a viaggiare, non ho paura. Il vaccino è la mia arma»
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Venerdì 10 Dicembre 2021, 09:18 - Ultimo aggiornamento: 09:39

Dopo la guarigione e la fine dell'isolamento, parla il 'paziente zero' della variante Omicron, il casertano Gianfranco Importuna, che al Corriere della Sera racconta la sua esperienza al ritorno da un viaggio di lavoro in Africa. E specifica che tornerà a viaggiare, senza alcun timore, «come ho sempre fatto e non ho smesso di fare, pur con tutte le cautele necessarie, nemmeno in questo anno e mezzo di pandemia. Andrò dove l'azienda riterrà opportuno mandarmi».

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Importuna, dopo essere risultato negativo ai tamponi insieme agli altri componenti della famiglia che erano risultati positivi, ieri ha riassaporato la libertà: «Ho preso la mountain bike e ho fatto un bellissimo giro nei boschi casertani. Io giro in tutta Italia con la bicicletta, ma le assicuro che tutti ci invidiano questi luoghi». «Quando ho saputo di essere positivo al Covid mi sono detto che avevo un'arma - racconta - È così che vedo il vaccino.

Mi sono sentito sereno perché avevo fatto quello che potevo, avevo sfruttato la possibilità che la scienza ci dà per combattere questa malattia».

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Importuna scoprì di essere positivo al Covid di ritorno da un viaggio di lavoro in Mozambico con scalo aereo a Johannesburg e Doha. In famiglia ora stanno tutti bene: «Per fortuna sì. Viviamo un momento di sollievo, ma dal punto di vista clinico non è stata una prova particolarmente dura - racconta - Noi adulti eravamo tutti vaccinati con due dosi, mia suocera anche con la terza. Qualche sintomo c'è stato, ma lieve. Un pò di febbre, emicrania, ma nulla di impegnativo». È stata una preoccupazione in più sapere di essere contagiato dalla nuova variante? «No, questo non mi ha spaventato - conclude - Ho avuto fiducia nell'ipotesi, di cui da subito hanno parlato alcuni scienziati, e che sembra si vada confermando, che si trattasse di una variante più trasmissibile ma meno violenta. Speriamo davvero sia così».

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