Bigliettini, anelli e collanine: task force della Ausl di Piacenza per restituire gli oggetti delle vittime di covid

Tra gli oggetti conservati dagli operatori ci sono fedi nuziali, crocifissi e catenine, ma anche fotografie e biglietti

Le fedi ancora conservate dagli operatori (profilo Facebook Ausl di Piacenza)
Le fedi ancora conservate dagli operatori (profilo Facebook Ausl di Piacenza)
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Giovedì 21 Ottobre 2021, 16:56 - Ultimo aggiornamento: 22 Ottobre, 15:38

Da Pasqualina a Giovanni, da Giovanni a Pasqualina. Sono i nomi incisi su un paio di fedi ancora conservate dagli operatori della Ausl di Piacenza che ha lanciato un appello: «Aiutateci a trovare i parenti delle vittime del Covid per potergli restituire gli oggetti personali dei loro cari». Una richiesta rilanciata questa mattina dal quotidiano Libertà. Si tratta di decine di fedi nuziali, ma anche portafogli, catenine, crocifissi, medagliette e oggetti di vario tipo, anche di valore, che nei mesi più drammatici della pandemia sono rimasti negli ospedali dopo la morte dei proprietari, per lo più vittime con Covid-19.

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Oggetti e accessori che i parenti non hanno mai ritirato. Per avviare le 'indagini' necessarie alla restituzione la Ausl ha creato addirittura un team ad hoc, coordinato da Gabriella Di Girolamo (dirigente delle professioni sanitarie area territoriale). «Consegnare questi beni ai parenti si è rivelato un momento molto toccante ma anche un'operazione faticosa e dolorosissima - spiega Di Girolamo al quotidiano piacentino - D'altro canto quella di non eliminare i sacchi con gli indumenti personali e tantomeno gli effetti personali è stata una scelta anzitutto etica.

Ci sono persone alle quali ha dato conforto avere indietro anche solo la camicia da notte della madre per serbarne un ricordo». 

Non ci sono solo le fedi, che nessuno ha mai richiesto e di cui non si è riusciti a trovare un proprietario. «Abbiamo provato in tutti i modi a rintracciarli, come anche abbiamo fatto per una fotografia, che potrebbe avere un grande valore affettivo, ma che non sappiamo a chi riconsegnare» spiega l'Ausl di Piacenza. L’immagine ritrae una tre persone in un momento felice ed era accompagnata da un post-it giallo, con un messaggio scritto a mano che ancora oggi fa scintillare gli occhi dei nostri professionisti: «Ciao mammona, stai tranquilla. Ci vediamo presto. Un bacione».


«La stragrande maggioranza degli oggetti è stata restituita, qualcosa, ne siamo consapevoli, -  aggiunge l'Ausl di Piacenza - è andato probabilmente perso nella concitazione dei primi momenti dell’emergenza o nei passaggi tra i vari reparti o strutture sanitarie». Ma rimangono ancora alcune storie a cui manca un finale: quella delle fedi è la più emblematica, il biglietto giallo (nella sua affettuosa semplicità) fa tremare il cuore. E c’è anche una scatolina bianca con un piccolo ciondolo, evidentemente un simbolo di affetto che un caro ha forse voluto che il paziente avesse con sé, magari in un momento critico. «Noi ci speriamo ancora: se qualcuno riconoscesse questi oggetti e volesse richiederli, ovviamente fornendo una descrizione utile per identificarli, può contattarci tramite l’Urp. Non ci arrendiamo e continueremo a cercare». Per contattare i responsabili del percorso di restituzione è possibile scrivere una mail a urp@ausl.pc.it.

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