Nessuna retromarcia, il governo mantiene la linea dura su coprifuoco e divieto di spostamenti, incurante delle polemiche delle Regioni e delle critiche interne alla stessa maggioranza. «Dobbiamo scongiurare una terza ondata che potrebbe arrivare già a gennaio», ha detto il premier Conte.
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TUTTI IN COMUNE.
LINEA RIGORISTA. A parte l’apertura dei ristoranti a pranzo nei giorni di festa, ha prevalso la linea dei rigoristi ha prevalso: i centri commerciali non apriranno nei fine settimana e nei festivi, i ristoranti resteranno chiusi la sera, non si potrà sciare fino al 7 gennaio. Chi viene dall’estero dovrà restare in quarantena. A Capodanno il coprifuoco durerà fino alle 7. Rimane anche il divieto di assembramento e l’obbligo di indossare la mascherina all’aperto e al chiuso. Per la scuola se ne parla il 7 gennaio. Almeno il 75% degli studenti delle Superiori tornerà in aula.
ATTACCHI AL VELENO. Molti governatori di centrodestra hanno lamentato «il mancato confronto» ma a loro ha risposto con fermezza il ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia: «Le norme sono state discusse in due riunioni durate complessivamente 7 ore. Fin dalla prima riunione abbiamo detto con chiarezza che due punti erano per noi inamovibili: il coprifuoco alle 22 e la limitazione alla mobilità tra le regioni». Anche Italia Viva e 25 senatori del Pd, molti vicini a Matteo Renzi, non tacciono la loro contrarietà facendo indispettire il segretario dem Zingaretti: «In 24 ore quasi 1000 persone sono morte a causa del Covid. Negli ultimi 15 giorni oltre 10 mila. Rifletta chi non capisce quanto è importante tenere alta l’attenzione con regole rigorose».
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