Rider aggredito e rapinato a Napoli trova lavoro in macelleria: «Questo è il mio vero mestiere»

Napoli, il rider aggredito e rapinato trova lavoro in un supermercato: «Questo è il mio vero mestiere»
Napoli, il rider aggredito e rapinato trova lavoro in un supermercato: «Questo è il mio vero mestiere»
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Mercoledì 6 Gennaio 2021, 13:17 - Ultimo aggiornamento: 11 Gennaio, 12:54

Gianni Lanciano, il rider di 52 anni aggredito e derubato del motorino da un gruppo di giovanissimi a Napoli, aveva iniziato a lavorare effettuando consegne per mantenere la sua famiglia, dopo aver perso il lavoro cinque anni fa. L'uomo, che lavorava nel reparto macelleria di un supermercato poi chiuso, ha però trovato un nuovo impiego, in un'altra catena.

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Tutto merito di Francesco Emilio Borrelli, consigliere regionale della Campania da sempre in prima linea per la legalità. L'esponente dei Verdi, infatti, ha inoltrato il curriculum di Gianni Lanciano ad alcune catene di supermercati ed una di queste ha deciso di assumere il 52enne. Il rider, padre di due figlie, è stato anche ricevuto dal prefetto di Napoli, Marco Valentini, che ha voluto mostrargli la vicinanza delle istituzioni.

Il video della rapina aveva indignato non solo la città di Napoli, ma tutta Italia. E sul web era partita una mobilitazione di solidarietà per pagare al 52enne un nuovo motorino: tra i promotori anche l'imprenditore Vincenzo Perrella, il manager e agente Giorgio Mascitelli (rappresentante del cantante neomelodico Tony Colombo) e l'organizzatore di eventi Vincenzo Galasso, noto come Enzo Bambolina. Alla gara di solidarietà avevano partecipato persone comuni ma anche il terzino della Lazio Mohamed Fares, che ha donato 2500 euro.

 

Il motorino era stato ritrovato poco dopo ma intanto sul web erano stati raccolti ben 11mila euro. Per questo, Gianni Lanciano ha deciso di devolvere metà di quella somma agli ospedali pediatrici di Napoli e l'altra metà a diverse organizzazioni benefiche. L'uomo, appena ricevuta la notizia dell'assunzione in un supermercato, si è detto felicissimo: «Solo questo è il mio mestiere, quello che ho fatto per una vita. Fare il rider è stato una necessità, mi dovevo reinventare per mantenere la mia famiglia».

Intanto, i genitori degli adolescenti arrestati hanno chiesto scusa per quanto accaduto. La madre di un 16enne, attraverso il legale Luca Mottola, ha spiegato: «Mio figlio è un bravo ragazzo, che lavora in salumeria dalla mattina alla sera. Ha capito la gravità del suo gesto ed è disperato». Francesco Emilio Borrelli non è però convinto: «Le scuse e il pentimento sono sempre ben accette ma solo se sincere. Non si può chiedere scusa alla vittima e poi trovare giustificazioni ad un atto così deprecabile: come si fa a definire l'aggressione e la rapina ad un 50enne come una semplice bravata? Non è possibile che ci siano minorenni, in zona rossa, che girano in piena notte, in tre su uno scooter e senza casco: non ci sono genitori a porsi il problema di dove siano e cosa facciano? Al di là delle giustificazioni, questi ragazzi devono pagare il loro debito con la giustizia, noi chiediamo pene esemplari».

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