Napoli, picchiato dal branco perché gay: «Provo rabbia, gli agenti hanno solo allontanato gli aggressori»

Napoli, picchiato dal branco perché gay: «Provo rabbia, gli agenti hanno solo allontanato gli aggressori»
di Alessia Strinati
3 Minuti di Lettura
Domenica 20 Settembre 2020, 14:35
Un ragazzo gay è stato aggredito dal branco a Napoli. Gianmarco Vitagliano ha raccontato di essere stato picchiato da un gruppo di ragazzi perché omosessuale, di essere stato offeso davanti a tutti, ma secondo lui le forze dell'ordine non avrebbero fatto abbastanza.

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Il giovane ha raccontato quello che è successo in un post su Facebook dove ha mostrato il suo volto insanguinato: «Stavo con i miei amici e con mio fratello a Mezzocannone, stavamo chiacchierando tranquillamente, sul marciapiede, fuori l’ingresso. Un uomo su una quarantina, pelato, bianco, alto il doppio di ognuno di noi, assieme alla moglie ed al figlio di quattro anni, con fare aggressivo, arrogante e camorristico, si avvicina a noi: “Ma  passà aggià vulà? N’agg capit! Facit passà, ja!”, questa la sua frase. Io rispondo, cercando di contenere la rabbia per quell’atteggiamento prevaricante. “Basta chiedere permesso comunque!”, affermo. Di tutta risposta, l’uomo alto ferito nel suo orgoglio e nella sua dignità in quanto padre di famiglia, inizia ad alterarsi e ad offendermi. Mi ricordo un “fr**io” messo a caso, come se la mia identità potesse essere in qualche modo lesa. Io continuo a rispondere, mentre Jonathan, mio fratello ed i miei amici prendevano le mie parti.
Da lì parte la minaccia da parte dell’uomo, che non voleva dare prova della sua forza bruta davanti alla moglie ed al figlio ma solamente in loro assenza, affinché la figura del papà e del marito orco, brutto e cattivo non uscisse fuori. Io e Jonathan rispondiamo, dicendo che ci avrebbe trovati lì
».

Dopo un po' l'uomo li raggiunge con altri amici e inizia l'aggressione: «Veniamo accerchiati da un gruppo di ragazzi, quasi una decina di loro. Uno di loro mi prende per il collo, mi stringe. Io gli intimo di lasciarmi. Mi arrivano tre pugni in faccia, tra il naso ed il muso, ed una ginocchiata. Inizio a sanguinare. Vengo soccorso, portato dentro il locale». Quello che però ha suscitato maggiore indignazione in Gianmarco è stata la reazione delle autorità: «Vedo i militari intervenire, ma i teppisti, capeggiati dallo stesso energumeno, vengono semplicemente allontanati». Pare che l'aggressore avesse dato la colpa al fratello della vittima, picchiato a sua volta.

Poi il ragazzo conclude: «Io sto bene, ma sono arrabbiato. Oggi ho avuto l’ennesima prova di come il vuoto istituzionale, quello che ha ucciso Willy e Maria Paola la scorsa settimana», e aggiunge: «Io sto bene, ma provo rabbia. Sono dichiaratamente omosessuale da quando avevo 19 anni, ed eccetto una sola volta non sono mai stato offeso per la mia natura, quella che mi caratterizza, che mi permette di vivere l’amore con una enorme sincerità, con tutto me stesso, perché essere libero è ciò che per me conta».

 
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