Giovanni, guarito dal coronavirus a Napoli: il commovente ritorno a casa. Il figlio Ivano: «Dalla paura alla gioia incontenibile»

Giovanni, guarito dal coronavirus: il commovente ritorno a casa. Il figlio Ivano: «Dalla paura alla gioia incontenibile»
Giovanni, guarito dal coronavirus: il commovente ritorno a casa. Il figlio Ivano: «Dalla paura alla gioia incontenibile»
di Enrico Chillè
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Giovedì 14 Maggio 2020, 11:49 - Ultimo aggiornamento: 12:03

Quella di Giovanni Alterio, 67 anni, è una delle storie più belle degli ultimi mesi, con un lieto fine ed un ritorno a casa commovente, con tanto di accoglienza trifonfale: l'uomo, residente a Napoli, dopo due mesi ha vinto la sua battaglia con il coronavirus.

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In questo video, girato dal figlio Ivano, si vede Giovanni tornare a casa dopo essere stato dimesso dall'ospedale in seguito al doppio tampone negativo. La prima ad accoglierlo è la figlia, che vive con lui e la moglie, e che ha vissuto l'intenso dramma della malattia del padre. L'accoglienza della famiglia, ma anche di amici e vicini, è una grande festa come è giusto che sia. Sul portone del palazzo due palloncini, con le scritte "Bentornato a casa" e "Ti amiamo tanto", in sottofondo suonano le note de Il mio canto libero. «Ho scelto io quella canzone: oltre ad essere la preferita di mio padre, si addice alla perfezione a quanto accaduto. Mio padre è finalmente tornato a casa, dopo due mesi da incubo possiamo tirare un sospiro di sollievo» - spiega Ivano Alterio a Leggo - «Anche se napoletano, sono tifoso dell'Inter: ho provato una gioia incontenibile, ovviamente neanche quando abbiamo conquistato il Triplete nel 2010 ero così felice. Abbiamo voluto condividere la nostra felicità e le nostre emozioni».

Ivano racconta anche della distanza forzata dal padre malato, denunciando anche alcune carenze a livello ospedaliero: «Abbiamo vissuto due mesi di terrore: mio padre, durante il ricovero, ha avuto tanti alti e bassi, le sue condizioni erano altalenanti. La prima settimana è stato al pronto soccorso del Cardarelli, poi dopo il tampone e la scoperta del contagio è stato trasferito nel reparto Covid del Policlinico. Qui ci sono stati alcuni problemi, anche un po' sgradevoli: una notte mio padre mi aveva addirittura chiamato, col respiro affannoso, perché aveva chiesto l'intervento degli infermieri ma nessuno era venuto. Sono stati dei giorni delicati, anche se poi quando migliorava, riuscivamo a vederlo in videochiamata. Il suo unico problema è stato la respirazione, per il resto stava bene».

L'incubo di Giovanni è iniziato più di due mesi fa, quando il timore del figlio si era rivelato realtà. Ivano Alterio spiega infatti: «Lui confidò solo a me di essere stato dal barbiere ai primi di febbraio, dove c'era un altro cliente, proveniente da Milano e risultato poi positivo al coronavirus. Quell'uomo, 60enne quindi anche più giovane di mio padre, aveva contagiato anche la madre e sono morti entrambi: credo che il contagio possa essere avvenuto lì, anche se non erano stati affatto a stretto contatto». Nel momento più drammatico del racconto, Ivano Alterio denuncia anche un'altra carenza: «Mio padre vive con mia madre e mia sorella, ai primi di marzo iniziò ad accusare tosse e difficoltà respiratorie e una sera si sentì molto male, con fortissimi dolori al petto. Temevamo si trattasse di un infarto, dopo un'attesa di oltre 40 minuti al 118 l'ambulanza è arrivata, ma più di un'ora dopo. In realtà si trattava di una polmonite ed il tampone aveva accertato il contagio. A quel punto chiamammo il medico di base e la Asl per chiedere il tampone per mia madre e mia sorella che vivono con lui, ci dissero che non c'era alcun bisogno in assenza di sintomi».

«La settimana scorsa abbiamo ricevuto la telefonata: anche il secondo tampone era negativo e mio padre sarebbe stato dimesso. Una notizia che ha riempito di gioia non solo la nostra famiglia, ma anche tanti amici di mio padre, una persona amata un po' da tutti per il suo carattere socievole. Questa è la cosa bella di Napoli, ma anche dell'Italia in generale» - spiega ancora Ivano Alterio - «In questi due mesi abbiamo avuto tanta paura, anche perché mio padre soffre di patologie pregresse: da bambino era stato colpito dalla polio e due anni fa ha avuto un ictus che gli rende difficili alcuni movimenti. Non era ricoverato in terapia intensiva, ma aveva bisogno costantemente dell'ossigeno per poter respirare. Abbiamo temuto di perderlo, ripensarci oggi ci fa esplodere il cuore di gioia».

Giovanni Alterio oggi è guarito e finalmente è tornato a casa dalla sua famiglisa, ma è ancora alle prese con la convalescenza. «Oltre alle conseguenze psicologiche, mio padre si porta dietro gli effetti del Covid sul fisico: questo maledetto virus gli ha danneggiato i polmoni ed ora dovrà essere seguito da uno pneumologo.

Inoltre, i medici gli hanno raccomandato di non uscire di casa per almeno 15 giorni», conclude il figlio Ivano.

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